Luc Montagnier, premio Nobel per i suoi studi sull’Aids, è morto a Neuilly-sur-Seine, alle porte di Parigi. La notizia circolava sui social da qualche ora, ma non vi era stata una conferma ufficiale del decesso. Soltanto oggi lo ha reso noto il quotidiano Liberation.
A parlare della presunta morte di Montagnier, prima della conferma di Liberation, era stato il sito France Soir, che ne ha datato la morte all’8 febbraio.
In Italia, la notizia del presunto decesso era stata commentata in serata in un video su Facebook anche da Gianluigi Paragone, che aveva affermato: “Non ci sono conferme sul decesso ma non riusciamo a stabilire contatti con l’entourage del professore”.
Ma secondo quanto precisato dal quotidiano Liberation, la conferma è arrivata da due fonti, una in ambito medico e una istituzionale. A riferirlo al quotidiano è stata la dottoressa Beatrice Milbert, mentre il municipio di Neuilly-sur-Seine ha confermato che è stato depositato il certificato di morte di Montagnier.
Luc Montagnier morto: la vita, la carriera, le scoperte sull’Aids, il premio Nobel, le controversie
Luc Antoine Montagnier è nato a Chabris il 18 agosto 1932. Dopo la laurea in Scienze biologiche nel 1953, Montagnier si è iscritto alla facoltà di medicina specializzandosi in oncologia dopo la morte del padre per un tumore.
Nel 1982 fu coinvolto in alcuni studi sulla possibile causa retrovirale dell’Aids, identificata un anno prima negli Stati Uniti. Grazie a una biopsia sul linfonodo di uno dei pazienti affetti dalla sindrome da immunodeficienza acquisita, nel 1983 Montagnier e la sua équipe fu in grado di isolare il virus dell’Hiv.
Per questa scoperta, nel 2008 vinse il premio Nobel per la medicina, per il quale ancora oggi è ricordato.
Negli ultimi anni ha assunto posizioni controverse, accolte con una certa cautela diffidenza persino dalla comunità scientifica. Montagnier ha affermato, ad esempio, che l’Hiv poteva essere trasmesso anche con un bacio, scatenando un vero e proprio putiferio e attirando su di sé lo scetticismo di molti, dal momento che ciò non è mai stato dimostrato e anzi, è stato dimostrato il contrario.
Dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19, Montagnier si è reso protagonista di alcune polemiche circa le sue posizioni no vax. Durante la manifestazione a Milano del 15 gennaio, organizzata da Italexit di Gianluigi Paragone, Montagnier aveva affermato: “La salvezza dell’umanità e la fine di questa emergenza sarà nelle mani dei non vaccinati. Saranno i non vaccinati a salvare l’umanità“.
“Sui vaccini c’è stato un enorme errore di strategia – aveva poi proseguito – contrariamente a quanto è stato detto inizialmente, questi vaccini non proteggono assolutamente e sta venendo fuori piano piano. Lo stanno scoprendo gli scienziati e gli stessi malati che il vaccino non funziona e invece di proteggere può favorire altre infezioni. All’interno di questi vaccini è contenuta una proteina tossica“.
Anche il microbiologo Didier Raoult, salito agli onori della cronaca nei primi mesi di pandemia per aver proposto l’idrossiclorochina per la terapia contro il Covid, ne aveva commentato la morte prima della conferma ufficiale.
Raoult aveva scritto su Twitter: “Luc Montagnier è morto. Perdiamo un uomo la cui originalità, l’indipendenza e le scoperte sull’Rna hanno permesso la creazione del laboratorio che ha isolato e identificato il virus dell’Aids“.
Secondo Raoult, queste scoperte sono valse a Montagnier “la gloria, il Premio Nobel nonché l’inaudita ostilità dei suoi colleghi. L’attenzione portata alle sue ultime ipotesi fu sproporzionata”.