La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, dopo l’intervento in Senato di martedì, fa tappa alla Camera dove ha tenuto un’informativa in vista della riapertura delle scuole in programma dal 14 settembre. Sono orgogliosa di poter ribadire, di fronte a quest’Aula e al Paese, che la stagione degli investimenti sulla scuola è ripartita. Mentre abbiamo archiviato quella dei tagli che tanto male ha fatto al mondo dell’Istruzione costringendolo, per anni, ad arrancare e a soffrire di un cronico sottofinanziamento”, ha detto la titolare del Miur.
Solo per la ripartenza di settembre – ha ricordato – abbiamo stanziato oltre 2,9 miliardi. Nessun altro Paese europeo ha messo tante risorse su questo capitolo. E se consideriamo le risorse mobilitate da quando ho giurato come Ministra, a gennaio, parliamo di circa 7 miliardi che rappresentano, e credo che su questo davvero non si possa che essere tutti d’accordo, un segnale inequivocabile della volontà di rimettere la scuola al centro di investimenti importanti.
Dall’esponente del governo arriva un ringraziamento a tutte le componenti dell’istruzione, per quello che definisce “un lavoro corale” per la ripartenza: “Una squadra che ha lavorato senza sosta, in ogni angolo del Paese, con un obiettivo comune: riportare a scuola studentesse e studenti. A tutte e tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato voglio rinnovare, in quest’Aula, il mio più sentito grazie. Se la scuola sta ripartendo è grazie a questo sforzo corale, di cui il Paese deve essere orgoglioso”.
Parlando di alcuni temi sensibili per i genitori, la Azzolina ha chiarito come “«la refezione scolastica, la ricreazione e tutti i momenti di pausa dall’attività didattica, sono momenti assolutamente importanti per lo sviluppo del ruolo sociale, di valorizzazione e di crescita di ogni alunni”, e che quindi il tempo pieno non verrà eliminato. “Saranno necessari adattamenti, ci saranno nuove regole, ma nessuno vuol togliere il tempo pieno ai bambini“, ha precisato infatti la ministra. Quanto alla questione cattedre, per la titolare del Miur “sono circolati numeri su cattedre destinate a rimanere vuote, allarmi su un “caos” che tutti si sono affrettati a vaticinare, anche a molti giorni di distanza dalla ripresa, spaventando di continuo studenti, famiglie e lo stesso personale scolastico. Stupisce la perdita di memoria di quanti parlano di questo avvio con termini che, in realtà, accompagnano, ogni anno, il racconto della scuola che riparte. Senza risparmiare nessuna stagione”.
Azzolina poi risponde alle polemiche sui ritardi e le incertezze legate al ritorno in classe degli alunni “In questi giorni abbiamo letto racconti ingiusti a carico della scuola. Riferimenti a docenti che non vogliono sottoporsi al test sierologico, che non vogliono svolgere i percorsi di integrazione e recupero degli apprendimenti, che vogliono dichiararsi in massa lavoratori fragili per non tornare in aula”. “Quel che non meritano le nostre ragazze e i nostri ragazzi, il personale della scuola, le famiglie è assistere a polemiche sterili che si consumano sulla loro pelle – prosegue la ministra con un evidente richiamo alle parole di Salvini e Meloni -. Non meritano di ascoltare slogan e frasi ad effetto che puntano alla pancia dell’elettorato, ma non lasciano poi nulla di concreto sul tavolo, nessuna vera proposta, nessuna iniziativa reale.
”La propaganda elettorale ha usato la scuola in un modo sconsiderato. Faccio un appello a tutti: teniamo fuori la scuola dalle dispute elettorali. È da irresponsabili strumentalizzare l’educazione delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, per un pugno di voti. Restiamo sul terreno della dialettica politica. Quella politica che pensa al futuro delle prossime generazioni e non all’immediato, effimero, consenso delle più vicine tornate elettorali”. Così la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina alla Camera. L’intervento ha suscitato applausi dalla maggioranza e grida e critiche dall’opposizione. “Con la ripresa delle attività scolastiche emergerà, altresì, una verità: il Governo ha fatto quello che era suo dovere fare in un costante equilibrio tra diritto all’istruzione e diritto alla salute, il Parlamento ha approvato leggi che hanno consentito di intervenire puntualmente nella gestione dell’emergenza e nella programmazione del nuovo anno scolastico.
“Tutto il personale scolastico è impegnato per la riapertura delle scuole, prevista per il 14 settembre. È evidente, però, che per riaprire in sicurezza è necessario che alcuni problemi vengano risolti. A quanto sappiamo, la consegna dei banchi monoposto è in grave ritardo. Altre due criticità importanti sono quelle delle aule, perché gli enti locali non le hanno reperite ovunque, e l’assegnazione piena dell’organico”, afferma il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. “Se queste difficoltà non troveranno immediata soluzione, è oggettivamente difficile pensare che il termine del 14 settembre sia rispettato ovunque: è opportuno dunque valutare la possibilità di ragionevoli differenziazioni locali”.