La Rai e Luciana Littizzetto sono state richiamate e sanzionate dall’Agcom a causa del monologo della comica andato in onda su RaiTre contro il referendum. Al voto domenica 12 giugno 2022, la comica aveva parlato del referendum con toni che ridicolizzavano il ritorno alle urne, invitando i telespettatori a non andare a votare.
Il richiamo dell’Agcom
Non è passato di certo inosservato all’Agcom il monologo di Luciana Littizzetto recitato nel corso della puntata di Che Tempo Che Fa, in onda domenica sera su RaiTre. Nel lungo e divertente monologo, la comica piemontese ridicolizzava volutamente il referendum sulla giustizia invitando gli italiani all’astensione.
Nello specifico l’Agcom denuncia la Rai di non aver garantito la par condicio, in quanto da tv di Stato l’obbligo e il dovere è quello di garantire “un rigoroso rispetto dei principi del pluralismo, dell’imparzialità, dell’indipendenza, della completezza, dell’obiettività e della parità di trattamento fra i diversi soggetti politici in tutto il periodo di campagna referendaria”.
In poche parole dall’Agcom è arrivata la richiesta di riequilibrare immediatamente la comunicazione sul referendum.
La mossa della Rai
Per rispondere a questa richiesta, dalla Rai è arrivata una lettera dell’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes nella quale comunicava di aver messo in palinsesto per l’8 giugno uno speciale di Tg2Post interamente dedicato al referendum della durata di 2 ore.
La comunicazione sarebbe stata interpretata come una volontà di rimediare ai contenuti del monologo della Littizzetto.
La lettera della Littizzetto
Nella lettera indirizzata a Camera e Senato, Littizzetto scherzava: “Caro Senato con i tuoi seni e cari camerlenghi, a voi va il mio grazie perché votare è bellissimo e io sono l’ultimo anello di una catena che parte da Mattarella e arriva alla punta della mia matita. Però vi dico la verità, il 12 giugno pensavo di andare al mare, fanno 28 gradi adesso e tra un mese a Torino ci saranno le scimmie urlatrici attaccate alla Mole”.
“Voi invece chiedete a me e a milioni di italiani di pronunciarci non su uno, ma su cinque referendum. Volevo dirvi alcune cose che mi sgorgano dal cuore e da un altro organo che non vi dico. Prima cosa: potreste scrivere una formula che si capisca invece di dire no per votare sì? Imparate dalla chiesa che fa le cose semplici” aveva scherzato.
Poi l’affondo: “A questo giro mi viene chiesto un parere su una cosa che non conosco tanto bene, ma questo parere vale. Diciamo che so vagamente, ma se devo scegliere non so proprio un benemerito, definito, totalizzante, liberatorio, scintillante c… Ma che cacchio ne so io? Ci avete presi per 60 milioni di Giuliani Amati? Vi saluto cari amici senatori e senatrici, deputati e deputate. Sappiate comunque che anche se ci saranno 40 gradi all’ombra il 12 giugno io a votare ci andrò per senso di responsabilità, per dovere civico e soprattutto perché è un mio diritto”.