Luigi Di Maio non perde di vista l’interesse politico del Movimento 5 Stelle rispetto al proprio elettorato: ‘Il prossimo obiettivo è abolire i vitalizi’ ma non nasconde le difficoltà legate alla proposta legata al proporre i presidenti del Senato e della Camera.
Dietro la partita presidenze c’è quella, più decisiva, per il governo e le parole del leader del Movimento si riferiscono anche e soprattutto a quella. Da qui, la tentazione di candidarsi direttamente lui alla guida di Montecitorio in attesa dei passaggi successivi. Un’ipotesi messa in giro dai dem, ma smentita dai 5 Stelle, ma non è da escludere.
I capigruppo Giulia Grillo e Danilo Toninelli sottolineano la volontà di ‘slegare dalla questione del governo’ l’elezione dei presidenti delle Camere.
Una volontà che vede «l’apertura di Pd e Lega, ma gli incontri sono stati definiti da tutti i protagonisti come ‘interlocutori’.
L’ex capogruppo del Pd, Ettore Rosato, è convinto che Di Maio si voglia candidare lui alla presidenza della Camera, ma la capogruppo Giulia Grillo replica ai dem: ‘Il Pd continua ad ignorare il voto degli italiani e a ragionare con logiche di palazzo. Di Maio ha avuto oltre il 32% dei voti come candidato premier…’.
Maurizio Martina, segretario reggente del Pd, ha fatto capire che il primo provvedimento firmato Pd ad inizio legislatura sarà quello per ‘l’assegno universale per le famiglie con figli’, una controproposta concreta a quel reddito di cittadinanza, legge bandiera dei 5 stelle, da più parti considerato inattuabile. Martina ha poi ricordato che Di Maio è stato eletto vice presidente con i voti del Pd…
Considerazione che lascia intendere, pur se posizioni molto distanti, che ci possa essere un avvicinamento tra il Nazareno, sede del Pd, e via Piemonte a Roma, sede dei pentastellati.
Ovviamente parliamo di mere ipotesi.