Luigi Di Maio durante l'incontro organizzato da Utilitalia a Roma in vista delle elezioni politiche 2018 su "Servizi pubblici e nuova politica. Dialoghi con i leader delle forze politiche su Acqua, Ambiente ed Energia", in una foto d'archivio del 14 dicembre 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

Luigi Di Maio e l’articolo 67 della Costituzione Italiana…

L’articolo 67 della Costituzione Italiana recita: ‘Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato’, e’ ovvio, quindi,  che i Parlamentari eletti sono liberi di esercitare le loro funzioni senza essere obbligati in maniera uniforme con il partito con cui sono stati eletti. Questo articolo fu concepito per garantire la libertà di espressione ai membri del Parlamento.

A Luigi di Maio e al Movimento Cinque Stelle, naturalmente sfugge questa norma costituzionale.

Il parlamentare non può accettare nessun tipo di direttiva quando esercita le sue funzioni perchè può,  e deve, agire liberamente e nessun mezzo giuridico può costringerlo a rispettare eventuali accordi.

La sentenza numero 14 del 1964 ha stabilito che il divieto del mandato imperativo importa che il parlamentare è libero di votare secondo gli indirizzi del suo partito ma è anche libero di sottrarsene; nessuna norma potrebbe legittimamente disporre che derivino conseguenze a carico del parlamentare per il fatto che egli abbia votato contro le direttive del partito.

I parlamentari possono quindi legittimamente abbandonare il gruppo passando da un partito all’altro, al gruppo misto o possono addirittura formare un nuovo gruppo parlamentare. Senza entrare troppo nel tecnico si pensi che in base ai regolamenti parlamentari di Camera e Senato il parlamentare può addirittura parlare in Parlamento a titolo personale in totale o parziale disaccordo con le posizioni del gruppo di appartenenza.

I grillini vogliono un divieto di ‘cambio di casacca’ in parlamento e il pensiero espresso da Di Maio  a ‘Porta a Porta’ e da Beppe Grillo sul suo Blog riguardo alla volontà del M5s di abolire il vincolo di mandato è incostituzionale. Nel nuovo statuto del M5s che si prepara al 4 marzo viene inserita una maxi-multa di 100 mila euro a chi osa dissentire e cambiare casacca. Rimane però sempre il tema di chi prende le decisioni. Grillo? Casaleggio? Il  blog o la piattaforma Rousseau?

 Spiegarlo a un partito che inserisce clausole contrattuali ai parlamentari che vanno in netta contrapposizione alla Carta costituzionale è praticamente impossibile. Non ci resta quindi di consigliare a Di Maio di sfogliare un libro di diritto.

Così come  Alessandro Di Battista deve consultare un libro di storia visto che non è a conoscenza di quando la Costituzione  fu eletta dall’Assemblea che la scrisse.

Il tribuno a Cinque Stelle si accalorava contro la riforma della Carta  proposta dal governo Renzi scivolando  in un errore storico davvero pazzesco: ‘Mi state dicendo che mi dovrei vergognare a difendere la Costituzione del boom economico o la Costituzione approvata a suffragio universale nel 1948?’.

Una bella dimostrazione di ignoranza, dato che come tutti,  ma soprattutto i parlamentari’  dovrebbero sapere, la Carta costituzionale venne approvata dall’Assemblea Costituente (eletta a suffragio universale, ma nel 1946) il 22 dicembre 1947, pubblicata in Gazzetta Ufficiale cinque giorni dopo ed entrata in vigore dal 1 gennaio del 1948.

Qualcosa che dovrebbero ricordare tutti gli italiani e in particolare chi è chiamato a rappresentarli.

Per i grillini tutto appare mutabile, manovrabile in politica: non ci sono valori, non ci sono riferimenti ideali e non esistono dettati costituzionali.   Nel loro universo tutto è possibile…

Circa Redazione

Riprova

Santalucia lascia l’Associazione Nazionale Magistrati

Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera, le …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com