Luigi Farinaccio, cantautore classe 1976, diplomato in chitarra classica ed insegnante alle scuole medie ad indirizzo musicale per ben quattro anni a Milano, ed ora a Campobasso, in Molise.
La musica ha sempre fatto parte della tua vita, sei un insegnante, che cosa diresti ad un tuo giovane allievo?
Nel mio piccolo, aldilà delle nozioni teoriche, cerco sempre di trasmettere innanzitutto la passione. Se a 13 anni scatta la passione per uno strumento… la provincia non ti inghiottirà!
Detto ciò ovviamente è necessario studiare, perché solo partendo dallo studio, si potrà realmente comprendere quanto la musica restituisca più di quello che le si dà! Naturalmente anche da autodidatta si può trovare la propria strada e raggiungere risultati sorprendenti, però se a questa marcia in più che madre natura dona, si abbina anche lo studio, allora si può diventare veramente bravi!
Una cosa che sicuramente mi sentirei di dire, è che avvicinarsi alla musica solo con l’ambizione di sfondare sarebbe un errore gravissimo! Un po’ come se un ragazzo si appassionasse al gioco del calcio con l’unica pretesa di diventare un fuoriclasse!
La musica deve essere innanzitutto un mezzo per esprimersi divertendosi!
Hai partecipato a diversi Master Class con Ennio Morricone, Alex Britti e tanti altri big della musica. Che ricordi conservi? C’è qualcosa che ti è rimasto impresso?
Ho partecipato a diverse Master Class tra cui (Morricone, Alex Britti, Franco Mussida etc…) credo sia importante cercare delle occasioni per mettersi in relazione con esperti del settore, non solo dal punto di vista tecnico-professionale ma anche umano, bisogna farlo per non rischiare di estraniarsi e coltivare solo il proprio orticello. Inoltre questi contesti permettono di interagire e confrontarti anche con tanti musicisti che arrivano da ogni parte d’Italia.
Morricone è senza dubbio un personaggio molto particolare, uno dei massimi esponenti della musica contemporanea legata al cinema. Ricordo che era disponibile e propenso anche alla battuta scherzosa, tuttavia nell’ambito professionale è molto severo e pretende il massimo dai suoi musicisti!
A quale artista ti ispiri?
In realtà non ho un artista in particolare a cui mi ispiro! Amo molto però i cantautori italiani, come ad esempio Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati, Edoardo Bennato, Francesco De Gregori, Giorgio Gaber, Lucio Dalla, Francesco Guccini, Antonello Venditti, Lucio Battisti, Riccardo Cocciante, Rino Gaetano, Vasco Rossi, Luciano Ligabue, Raf, Biagio Antonacci, Fabrizio Moro, Tiziano Ferro, Niccolò Fabi, Ermal Meta…
Quando sei di fronte a questi artisti ti accorgi che c’è qualcosa in più del saper incastrare sapientemente testo e musica, qui e in pochi altri casi possiamo parlare di “poesie che corteggiano la musica”!
Hai partecipato a “Fiat Music” 2018 con Red Ronnie, ti ha dato qualche consiglio?
In realtà mi trovavo a Sanremo poiché ero rientrato tra i finalisti di “Sanremo Rock 2017” e pertanto fui selezionato per esibirmi nel cartellone di “Casa SIAE Area Sanremo 2018” – evento Collaterale al 68° Festival di Sanremo.
Di conseguenza feci uno showcase anche da Red Ronnie al “ Fiat Music”, in diretta sulle sue piattaforme TV e social. Suonai in acustico il brano “Lacrime che non hanno colore” (tratto dal mio album “Tempo imperfetto”) un brano con uno sguardo al sociale (un omaggio a Gabriele Sandri, Stefano Cucchi, Ciro Esposito, Giulio Regeni). Il brano registrò un bel successo di critiche e di apprezzamenti. Fui contattato da molte persone che mi fecero i complimenti e questo ovviamente è fonte di nuova linfa vitale. Da quest’esperienza ne sono uscito sicuramente arricchito, i sogni sono il motore della vita e hanno il potere di dare un senso alla nostra esistenza, ma è necessario continuare a “tenere i piedi per terra”!
Che emozione è stata aprire il concerto di Dodi Battaglia?
Sicuramente è stata una forte emozione, un colpo d’occhio straordinario, esibirsi di fronte ad una piazza gremita con circa 6-7 mila persone, onestamente non mi capita tutti i giorni!
E poi la cosa più bella è stata quella di essere riuscito a coinvolgere un pubblico che ovviamente non era lì per me. Ricordo con molto affetto che quando cantai il brano “Briciole d’amore” (tratto dal mio album “Tempo imperfetto”), al secondo ritornello cantavano tutti.
Il tuo ultimo album, “Tempo imperfetto”, risale al 2013, stai lavorando ad un nuovo progetto? Puoi anticiparci qualcosa?
Il CD “Tempo imperfetto” è stato registrato e mixato da Primiano Di Biase al “TuscoRock Studio”, masterizzato da Fabrizio De Carolis al “Reference Studio” di Roma e stampato presso gli Studi “MouseMen” di Milano.
L’album è stato pubblicato come progetto indipendente e nonostante tutto, mi ritengo molto soddisfatto poiché le duemila copie prodotte hanno registrato il sold out!
La versione digitale dell’album è distribuita su tutte le piattaforme on-line e su Spotify: https://play.spotify.com/album/4xx89TMH5WIHwxHBe9oxRc
A prescindere da questi dati, ci tengo a dire che parto sempre dalle canzoni per parlare della vita e viceversa, in un continuo interscambio, a volte amaro, a volte esilarante. Le canzoni per me rappresentano una valvola di sfogo per raccontare le mie piccole verità del quotidiano, nascono sempre chitarra e voce, la chitarra è un tramite, una sorta di ponte verso l’infinito. Attraverso le 11 tracce dell’album ho cercato di esprimere un po’ del mio mondo, prendendo spunto da frammenti di vita quotidiana che poi hanno dato forma ai brani.
I brani sono dei piccoli contenitori di emozione e per questo devono necessariamente far veicolare dei contenuti. Ogni autore a mio avviso ha la missione di favorire l’apertura di porte immaginarie affinché l’interlocutore possa rispecchiarsi e magari anche riappropriarsi di una parte della sua identità che aveva temporaneamente accantonato.
Al momento sto registrando un nuovo album in studio, il progetto è a buon punto e spero che possa vedere la luce dopo l’estate.
Essendo indipendente, sono totalmente fuori dalle logiche di mercato, l’importante è che tutto ciò che faccio, rifletta la mia essenza, sia incline al mio spirito e non vada a tradire la mia onestà intellettuale.
Si dice che si recita solo nella vita perché nell’arte si persegue la verità!
Un abbraccio virtuale a tutti i follower di “Lo spettacolo nel cassetto”.
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