Windows 7 sta per abbandonarci. Il 15 gennaio Microsoft interromperà definitivamente il supporto a uno dei sistemi operativi più diffusi di sempre. Nato nel luglio 2009 per rimediare al fallimentare Vista, Windows 7 contava oltre 600 milioni di licenze ufficiali già al primo anno di vita (più le centinaia di milioni illegali) e ad oggi è a quota 900 milioni. Adesso però è ora di cambiare. La casa di Redmond smetterà infatti di distribuire gli aggiornamenti ma questo non significa che 7 smetterà di funzionare.
Chi ha un vecchio computer che non supporta Windows 10 può continuare a far girare il vetusto sistema operativo ma con qualche accortezza in più. Sarà infatti più esposto a virus, errori di sistema e falle di sicurezza e alcune applicazioni potrebbero smettere di funzionare. Il consiglio quindi è di evitare di usare l’account amministratore per ogni funzione e limitarlo solo alle funzioni più importanti, dotarsi di un antivirus robusto (Consigliamo Bitdefender, che è gratuito) ed eseguire regolarmente un anti malware come, per esempio, MalwareBites.
Da oggi, quindi, si apre una nuova prateria da conquistare per gli hacker perché, secondo le stime più recenti, circa un quarto dei PC di tutto il mondo ha ancora installato Windows 7. Moltissimi sono computer presenti negli uffici di enti pubblici e piccole e medie aziende. Due ambiti in cui, purtroppo, l’aggiornamento dell’hardware e del software non è quasi mai una priorità nei bilanci. Il risultato di tutto ciò è che milioni di computer nel mondo non saranno più protetti da attacchi che sfruttano vulnerabilità “zero-day“, cioè bug del sistema operativo non previsti in fase di scrittura del codice e che, fino a quando gli OS sono supportati dai rispettivi produttori, vengono corretti man mano che vengono scoperti.
Come proteggere i PC con Windows 7 dopo il 14 gennaio 2020
Nei giorni scorsi la società di cybersecurity Veritas Technology ha pubblicato una sorta di guida minima di sicurezza per le aziende che hanno ancora Windows 7 installato sui propri computer. Veritas ricorda che la prima cosa da fare per restare al sicuro, nonostante il sistema operativo obsoleto, è quella di scaricare e installare almeno gli ultimi aggiornamenti disponibili. Circa il 60% dei computer che in passato hanno subito una violazione da parte di un hacker o un virus potevano essere protetti: la patch di sicurezza che tappava la falla sfruttata dal malware o dall’hacker era già disponibile. Importante anche educare i dipendenti delle aziende, cioè coloro che utilizzano quotidianamente i computer: molto spesso un attacco hacker parte da un e-mail di phishing, con un link sul quale qualcuno ha fatto click. Valutare i rischi, quindi, è una delle migliori pratiche da mettere in atto perché, mai come in questo caso, prevenire è meglio che curare. Eseguire il backup regolare dei dati, inoltre, può alleviare i danni di un eventuale attacco.
Infine, le aziende possono valutare l’opzione dell’aggiornamento a Windows 10 o, in alternativa, dell’acquisto di licenze di supporto esteso per Windows 7. Possono usufruire del supporto esteso le versioni Professional ed Enterprise di Windows 7 (purtroppo non la Home), ad un costo di 50 e 25 dollari per il primo anno, che diventano 100 e 50 a partire dal secondo anno.