Solo 6 imprese su 10, tra negozi, bar e ristoranti, lunedì riapriranno. Le altre invece si sono arrese al “timore di lavorare in perdita” e al “rebus delle regole di sicurezza e alla paura del coronavirus”. A rivelarlo è un sondaggio condotto da Swg per Confesercenti su un campione di imprenditori del commercio al dettaglio e della somministrazione.
In particolare, gli imprenditori che hanno deciso di tirare su la serranda sono il 62%, mentre il 27% ha deciso che non lo farà e l’11% si è preso il fine settimana per decidere, anche alla luce del fatto che le regole sono state emanate solo stanotte. Nella cospicua percentuale di quanti rimarranno chiusi, il 68% indica come motivazione la mancata convenienza dell’apertura. Ma c’è anche un 13% che comunque continua ad avere timori legati alla sicurezza, anche per la lunga incertezza sulla normativa relativa. Un caso emblematico è quello dei mercati: ogni Comune sta provvedendo al proprio protocollo, spesso contrastante con gli altri, gettando nell’incertezza gli imprenditori.
La poca chiarezza incide anche per il 13% di operatori che non ha ancora avuto modo di adeguare il locale e/o l’organizzazione del lavoro alle nuove disposizioni. Otto negozi e pubblici esercizi su 10 certificano di non essere riusciti a procurarsi le mascherine a prezzo calmierato. Cresce, in generale, la paura di non riuscire a superare la fase difficile. Il 36% degli imprenditori teme di chiudere l’attività e un ulteriore 41% ritiene di essere a rischio in caso di inattesi prolungamenti dell’emergenza. Entrambi i dati sono in crescita, rispettivamente del 4 e del 6%, in confronto alla rilevazione precedente, condotta lo scorso 14 aprile. Quasi tutti (l’82%) sono comunque preoccupati per il futuro.
”Per le imprese la riapertura è una corsa ad ostacoli e contro il tempo“, commenta Confesercenti, salutando comunque comune uno “spiraglio” per “uscire dall’incertezza” l’accordo finalmente raggiunto tra Conferenza Stato-Regioni e governo. ”Più di tutti è pesata la previsione di essere costretti a lavorare in condizioni antieconomiche. Gli imprenditori – spiega una nota dell’associazione di categoria – temono l’impatto della rigidità delle linee guida sulle attività e di rimanere schiacciati tra l’aumento dei costi di gestione e il prevedibile calo dei ricavi. Sono preoccupati, inoltre, anche dal tema delle responsabilità legali“. “Bisogna cambiare passo”, è quindi l’avvertimento di Confesercenti, che chiede “linee guida applicabili e aiuti economici diretti alle imprese per sostenerle anche in questa delicata fase della ripartenza”.