L’Ungheria ha chiesto formalmente al Parlamento europeo di revocare l’immunità a Ilaria Salis. La notizia è stata anticipata dalla stessa esponente di Avs e poi confermata dalla presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola. La richiesta ora verrà inviata alla Commissione “Juri” per gli Affari giuridici per la valutazione.
“Ribadiamo la nostra piena solidarietà a Ilaria e auspichiamo che il Parlamento europeo respinga questa richiesta consapevoli del fatto che in Ungheria non sussistono le condizioni per un processo giusto ed equo”, si legge in una nota congiunta di Nicola Fratoianni ed Angeli Bonelli di Avs. “In questi mesi, e prima durante il lungo periodo di detenzione a cui è stata sottoposta Ilaria, le autorità ungheresi hanno più volte dimostrato di aver già emesso una sentenza di condanna prima ancora che il processo avesse inizio. Ora tocca al Parlamento europeo ribadire che la democrazia e la tutela dei diritti non possono essere messe in discussione”, hanno concluso Fratoianni e Bonelli, che non danno la sensazione di essere esattamente saliti su una barricata.
“Condivido ben poco le idee di Ilaria Salis, ma so per certo che voterò ben volentieri perché resti libera di fronte a questa ennesima persecuzione di Orban e dei suoi sodali e son convinto che la maggioranza del Parlamento europeo farà lo stesso”, ha detto l’europarlamentare Pd Pierfrancesco Maran.
Ilaria Salis lancia un appello per cercare di tenere fermo il privilegio dell’immunità conquistato insieme al seggio a Strasburgo: “Non è una coincidenza che la trasmissione della richiesta al Parlamento sia avvenuta il 10 ottobre, il giorno successivo al mio intervento in Plenaria sulla presidenza ungherese, quando ho criticato duramente l’operato di Orbán. Evidentemente, i tiranni faticano a digerire le critiche”, ha scritto sui social l’eurodeputata di Avs. “In gioco – ha sostenuto – non c’è solo il mio futuro personale, ma anche e soprattutto cosa vogliamo che sia l’Europa, sempre più minacciata da forze politiche autoritarie. Non sussistono le condizioni minime affinché in Ungheria possa svolgersi un processo giusto. Né per me, né per Maja, né per nessun oppositore politico, tantomeno se antifascista”. “Abbiamo già dimostrato cosa può la solidarietà. È tempo di mobilitarsi di nuovo, in nome dell’antifascismo, della democrazia e di una vera giustizia”.
Il portavoce di Budapest: “Non sei una martire, sei una criminale comune”
“Il fatto che ti comporti come una vittima non è solo sconcertante, ma anche disgustoso: non sei stata arrestata e processata per le tue opinioni, ma per aggressione a mano armata contro ungheresi innocenti! Tutta questa farsa è uno scherzo, tu non sei democratica e non sei martire. Sei una delinquente comune”, ha scritto su X il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs.
Procedura per la revoca dell’immunità
Come previsto dal Regolamento del Parlamento europeo (articolo 6 e articolo 9), le richieste di revoca dell’immunità sono comunicate dalla Presidente in Aula e poi deferite alla commissione parlamentare competente, ovvero la commissione giuridica (JURI). Prima di adottare una raccomandazione per approvare o respingere la richiesta, la commissione parlamentare può richiedere tutte le informazioni che ritiene necessarie e il deputato interessato ha l’opportunità di essere ascoltato.
Una volta che la commissione parlamentare ha adottato la propria raccomandazione, il Parlamento la vota a maggioranza semplice nella sessione plenaria successiva. La decisione viene quindi comunicata al deputato interessato e all’autorità richiedente.