Luttwak: “Gli Usa non si fidano più di Berlusconi”

“I politici italiani con senso di responsabilità devono mettersi assieme per accelerare il risanamento dei conti dello Stato e lo sviluppo dell’economia produttiva. Bisogna fare in fretta. Non c’è tempo per aspettare le elezioni anticipate in primavera. Bisogna agire subito. E siccome il governo Berlusconi non sembra in grado di farlo, ci vuole un nuovo governo con le migliori personalità trasversali”. Schietto come sempre e senza peli sulla lingua, Edward Luttwak, consulente della Presidenza americana, interpellato da Tmnews, boccia Silvio Berlusconi e conferma le preoccupazioni degli Usa sul “momento politico economico che sta vivendo l’Italia”.  “Le autorità statunitensi – dice il politologo americano – guardano con grande preoccupazione al circolo vizioso dell’economia italiana fatto di aumento degli interessi sul debito pubblico e di riduzione della crescita, che rischia di far affogare le banche e ridurre il credito per le imprese”. “Le difficoltà dell’Italia paralizzano l’Europa e rischiano – secondo il pensiero di Luttwak – di avere effetti molto negativi sull’economia globale. Ecco perché Washington segue con grande apprensione le vicende italiane”. Per il professore bisogna agire con decisione e la manovra da 58 miliardi varata da Berlusconi non basta. “Ci vorrebbe una manovra da 158 miliardi, una manovra all’inglese in grado di trasformare il circolo vizioso in circolo virtuoso, fatto di riduzione dei tassi, recupero di credibilità sui mercati, riduzione del debito pubblico, aumento del Pil. L’Italia potrebbe crescere del 4-5% se facesse le cose necessarie, potrebbe essere il Paese industrializzato più brillante”. Luttwak, insomma, boccia il Bel Paese, il suo governo e l’intera classe politica. E manda un messaggio chiaro a Silvio Berlusconi: deve andare via. “Berlusconi non gode più la fiducia delle istituzioni americane. E sorprende la mancanza di reazione della politica italiana all’urgenza dei fatti”. E spiega il perché il presidente Obama non ha ringraziato l’Italia per la sua azione in Libia nel discorso all’Onu del 20 settembre scorso. Non si è trattata di una dimenticanza o di una ‘cafonaggine’, ma piuttosto una cosa voluta. “Obama non ha ringraziato l’Italia consapevolmente – dice a chiare lettere il consulente della presidenza americana –  per non dare un tributo a Berlusconi, che tiene il Paese bloccato con una maggioranza immobile, non riesce a fare le riforme necessarie e non viene più invitato agli incontri dei leader dove si parla dell’Italia, come il recente vertice Sarkozy-Merkel, che il bravo ministro Frattini è stato pure costretto a criticare”.

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