Doppia assemblea oggi per i parlamentari del M5S. Il capo politico Vito Crimi ha convocato per le 15:30 la riunione dei deputati e per le 21 quella dei senatori.
Sul tavolo il rapporto con la piattaforma Rousseau e il nodo delle restituzioni in vista della nascita del nuovo Movimento e dopo l’ultimatum sulle pendenze arrivato ieri da Davide Casaleggio.
L’addio all’associazione Rousseau, con il divorzio del M5S, ormai sembra vicinissimo. La settimana prossima verrà dato un incarico formale per la realizzazione di una nuova piattaforma, proprietà del Movimento e nuova base della ‘democrazia diretta’. Dopo il post-ultimatum dell’associazione di Davide Casaleggio con un avvertimento chiaro e deciso: o pagate o le nostre strade si dividono, ora si avvia verso l’epilogo la saga dei dissidi tra il figlio del fondatore del Movimento, che nei mesi scorsi ha lanciato il suo manifesto Contro Vento, e il Garante Beppe Grillo.
La resa dei conti tra Rousseau e il Movimento 5 stelle, infatti, è vicina e ha una data: il 22 aprile. La piattaforma web di democrazia diretta, creatura di Gianroberto Casaleggio ed ereditata dal figlio, dà l’ultimatum al Movimento e chiede di pagare, entro due settimane, i debiti sulle mancate quote versate dai parlamentari all’associazione. Un buco da 450 mila euro, senza contare quelli dei fuoriusciti 5S. Lo strappo, a lungo rinviato, piomba sul blog delle Stelle ed è inequivocabile quanto il titolo del post pubblicato: “E’ tempo di decisioni”. Basta “ambiguità e mancate scelte”, avverte. Altrimenti sarà divorzio e non pare consensuale: “Saremo costretti a immaginare un percorso diverso, lontano da chi non rispetta gli accordi”.
Giuseppe Conte perde una parte che è stata fondamentale alle origini del Movimento per crearne una tutta sua. Ad occuparsene saranno 4-5 persone, individuate proprio da Grillo. Uno-due mesi per realizzare la nuova creatura che prenderà il posto di Rousseau: per tagliare i ponti con il passato e diventare un patrimonio del M5S restando nel tempo, indipendentemente da chi assumerà la guida del Movimento in futuro. La nuova piattaforma avrebbe un costo iniziale stimato di circa 300mila euro, che poi andrebbe tuttavia a scendere attestandosi su cifre più contenute – circa duecentomila euro l’anno – una volta ammortizzate le spese di progettazione e realizzazione. E raccogliere tutte le idee più all’avanguardia in campo di Rete e tecnologie, a partire dal concetto di intelligenza artificiale tanto caro al fondatore del Movimento.
Nel frattempo il nuovo corso passa anche attraverso la sede che il Movimento avrebbe per la prima volta. In effetti sarà in un palazzo nel centro di Roma, ma il contratto non è ancora concluso. Di certo nessuna sorpresa sull’addio tra la piattaforma immaginata da Casaleggio senior e il sogno politico di Beppe Grillo. A tenere i conti fino al “punto di non ritorno” è proprio Rousseau: sono passati “ben 15 mesi dalle dimissioni dell’ultimo capo politico eletto democraticamente dagli iscritti”, alias Luigi di Maio che già allora – sottolinea il post – sollecitava il mantra del Movimento, “la rifondazione del M5S”. E invece nonostante il contributo che l’associazione rivendica di aver dato “come in una famiglia, con lealtà e senza mai limitarci”, all’inizio del 2020 arrivano le prime crepe, negando gli accordi presi rispetto ai servizi di Rousseau.
Così fino alla raccolta fondi avviata giorni fa “per provare a mantenere vivo il progetto civico, a prescindere dalle decisioni del Movimento” che – affonda Rousseau – “è arrivato addirittura a negare l’esistenza del debito tramite alcuni suoi esponenti”. Secondo il sito del movimento “Tirendiconto.it”, sono 90 su 240 (il 37,5%) i pentastellati in Parlamento in regola con le cosiddette “restituzioni” di quota delle loro indennità. Compresi i 300 euro versati alla piattaforma.