Il “vento di scissione” in casa Movimento Cinque Stelle non sembra volersi placare nonostante le continue smentite del gruppo pentastellato. Le voci di nuovi membri del partito scontenti arrivano fino alle orecchie del capo politico del Movimento Luigi Di Maio che, secondo i dissidenti, sarebbe la causa del loro possibile addio. In un’intervista rilasciata a Radio Rai il ministro degli Esteri però non si è detto preoccupato di eventuali scissioni.
“Da quando c’è stata la scissione del Pd molti giornali parlano di una possibile scissione all’interno del Movimento” ha commentato Di Maio che ha sottolineato anche come il M5S “negli ultimi dieci anni sia sempre stato un movimento in cui si è discusso anche in maniera molto forte al proprio interno”.
Nessuna preoccupazione per l’ex vicepremier che ha ribadito la normalità delle discussioni accese in seno al partito “quando si va in una direzione con il movimento soprattutto di governo”.
Secondo quanto riportato da La Stampa proseguono però gli incontri segreti tra i due gruppi intenzionati a portare avanti la scissione. Secondo le indiscrezioni trapelate nella serata di mercoledì sarebbero in programma due diverse cene che prevederebbero l’incontro di ben 25 membri del M5S scontenti dell’attuale situazione all’interno del partito.
Due cene, una di 12 dissidenti a un passo dall’addio e l’altra di 13 scontenti pronti ad agire dall’interno per sottrarre del potere all’attutale leader Luigi Di Maio. I due tavoli, organizzati segretamente alle spalle del ministro degli Esteri e previsti a Roma in due posti diversi, serviranno per organizzare il piano d’azione dei gruppi dissidenti che sarebbe già dovuto partire col voto al taglio dei parlamentari.
Se una cena è prevista in una casa privata della Capitale, l’altra andrà in scena in un ristorante del centro città dove il deputato Giorgio Trizzino riunirà, secondo quanto sottolineato da La Stampa, un gruppo di amici per mantenere la rivolta all’interno del gruppo.
L’idea della scissione, secondo fonti vicine al partito, nasce già dal luglio scorso e avrebbe già il nome del possibile leader. Si tratta del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, già fuori dal partito perché espulso da Beppe Grillo. Il primo cittadino ducale dopo l’addio al Movimento ha fondato Italia in Comune e le ambizioni di leadership sono cresciute sempre più giorno dopo giorno.
I dissidenti avrebbero sondato il campo con l’ex membro del partito pentastellato e ottenendo già al sua disponibilità a patto di avere i numeri per la formazione di un gruppo autonomo alla Camera. Il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, al contrario di Di Maio, si è detto preoccupato “Per quel che mi riguarda dovremo assolutamente fare una riflessione interna”. La stessa che gli scissionisti, divisi in due gruppi, meditano da mesi per lasciare quanto prima il Movimento Cinque Stelle.