Lui è pronto a riscendere in campo. Lo ha preparato con un suo libro. E si candida a diventare il prossimo leader del Movimento 5 Stelle. L’era di Luigi Di Maio, come capo politico, va archiviata, nonostante le parole d’amore tra i due. Si ritorna alle origini guardando al futuro. Poche settimane fa aveva annunciato di voler andare in India o chissà dove, girare il mondo e scrivere libri, ma sicuramente lontano da questa Italia. Oggi ci ha ripensato. E ci mancherebbe. Ma probabilmente lo ha fatto perché il ritorno alle urne è dietro l’angolo e non vuole perdere l’occasione di diventare il nuovo capo. Anzi parla quasi già da capo anche senza investitura quando fa capire che il governo di Giuseppe Conte ha i giorni contati. E fissa anche una data, quasi certa, dell’ultimo atto di questo governo del cambiamento: il 15 luglio per poi andare a votare a fine settembre. Prima non si può. La colpa della caduta dell’esecutivo è da addossare a Matteo Salvini. L’annuncio, Alessandro Di Battista, lo fa da Lilli Gruber a ‘Otto e mezzo’, su La7. “Se da qui al 15 luglio, il governo cade, mi candiderei al 100%”. In quel caso, ha spiegato l’ex deputato ed esponente del Movimento 5 Stelle, “chiederei di non considerare questa legislatura” nel computo del limite dei due mandati previsto dalle regole M5s. Tutti liberi, e non c’erano dubbi sul doppio mandato, in vista delle elezioni. Ma soprattutto candidatura ufficiale alla guida del Movimento. Il tempo di Luigi Di Maio è finito: dovrà farsi di lato pur avendo un ruolo di primo piano nell’emisfero pentastellato. Ma Luigi,comunque, resta il ‘suo’ miglior amico”, lo scrive anche nel libro che è soprattutto “un atto di amore nei confronti del Movimento”.
L’ex deputato parla del leader della Lega, Matteo Salvini, già o ancora da avversario politico. “Io credo che Salvini voglia far cadere il governo e provochi ogni giorno il M5S per farlo cadere, anche perché è spinto dal suo partito – afferma -. Se lo farà, se farà cadere il governo per ragioni elettorali, affari suoi. Io lo racconterò a destra e a manca”.
“Salvini è efficace in questa fase come lo era Renzi “, osserva Di Battista. “Ma tra essere furbi e essere bravi, c’è una bella differenza”. Il primo anno al governo “è stato difficile e esaltante. Lo sapevo – spiega Dibattista – che sarebbe stato difficile perché noi siamo brave persone che si sono chiuse nei ministeri per fare il loro lavoro. Ci vuole del tempo, come dice Grillo, perché le cose che abbiamo fatto si possano vedere concretamente. Ci vuole un pò di tempo. Fare campagna elettorale permanente come fa Salvini può essere utile nel momento”. Quindi sottolinea: “Anche se finissimo al 3 per cento ma vedessi persone che prendono il reddito di cittadinanza, io sarei comunque soddisfatto”.