Mentre gli Stati generali del M5S restano in stand-by e si rinforzano le voci di una gestione collegiale del Movimento, Lorenzo Borré, l’avvocato che ha dato il via alle battaglie legali contro il M5S inducendo i vertici a dotarsi di nuove regole associative e a intervenire ripetutamente sulla struttura, fa notare come Alessandro Di Battista, “al pari di qualunque iscritto che chieda un cambio di passo del Movimento”, possa obbligare i vertici grillini -compreso Beppe Grillo- a capitolare, ottenendo in tempi rapidissimi la nomina del nuovo leader pentastellato. A prevederlo sono le regole dello Statuto che costituisce l”ossatura’ del M5S, più volte modificato dai vertici proprio per gli ‘assalti’ legali dello stesso Borré, a lungo a capo degli ‘espulsi’ grillini.
“Per chiedere l’indizione delle consultazioni per la nomina del nuovo capo politico è necessaria, ai sensi dell’art. 20 del Codice Civile, la richiesta di un decimo degli iscritti. Tecnicamente, con l”appoggio’ di Rousseau, la cosa sarebbe fattibile. Sufficiente aprire una pagina con la lettera di richiesta di indizione delle consultazioni, con la possibilità da parte degli iscritti di sottoscriverla telematicamente. Raggiunto il quorum delle adesioni – ovvero il 10%- il capo politico reggente, Vito Crimi, sarebbe costretto a indirla perché, altrimenti gli sarebbe ordinato dal presidente del Tribunale”. Un’arma di non poco conto, considerando che il garante ha dato parere favorevole al rinvio sine die delle consultazioni per le scelte della nuova guida del Movimento.