“Se ci sarà un progetto condiviso come in questi undici anni, ci sarà ancora un lungo percorso insieme”. Così, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, Davide Casaleggio, che ha lanciato il suo manifesto, sulla possibilità che Rousseau e il M5S continueranno a seguire un percorso comune. Quanto al tema dei due mandati, osserva: “Non credo sia un problema del Movimento. Anzi è un valore che lo ha sempre contraddistinto e che permette di mantenere il ricambio necessario per poter far partecipare direttamente i cittadini nelle istituzioni. E’ stato un tema ribadito anche dagli iscritti agli scorsi Stati generali”. Sulla figura dell’ex premier Conte, Casaleggio dice: “Credo che il M5S debba continuare a essere inclusivo verso tutte le esperienze e persone di valore, e Conte è sicuramente una di queste. Spero che il metodo di partecipazione dal basso venga mantenuto come caratteristica distintiva del Movimento”.
Controvento? E’ in “ricordo di una targa che mio padre ha deciso di apporre fuori dal cancello della sua casa di Ivrea”, ha spiegato il presidente dell’Associazione Rousseau.
Si chiama Controvento come un disegno di Guareschi che Gianroberto Casaleggio ha voluto appendere fuori dal cancello della casa di Ivrea, ha spiegato il figlio Davide. Perchè “è solo controvento che si può decollare, contro i luoghi comuni, i luoghi dell’ingiustizia, la ‘Gomorra della politica’, ha incalzato. “Contro tutto ciò che ha fatto male all’Italia. E’ un sentire che penso sia comune a molti: riuscire a decollare e correre controvento”.
Il nodo resta politico: Casaleggio, ancorato solo alle idee del padre, non può dettare la linea, viene osservato: ci sono due visioni di Movimento diverse e quello nuovo che si sta profilando va verso un’area progressista. Sarà il Movimento e solo il Movimento a stabilire contenuti e regole. Il progetto di rifondazione punta certo sulla democrazia diretta, ma come declinarla deve essere deciso e non necessariamente attraverso una piattaforma gestita dall’esterno. Il M5S si deve riappropriare dello strumento e puntare a rafforzare la rappresentanza sui territori.
Rousseau ha fallito la sua mission, è il j’accuse, spiegano alcune fonti, nonostante Casaleggio e Sabatini abbiano parlato di metodo, trasparenza, decisioni prese dal basso e non calate, competenza: la continua programmazione di eventi, soprattutto negli stessi giorni degli stati generali, il creare ruoli politici a prescindere, il sistema assolutamente non meritocratico dei ‘mi fido’, il fatto che nessuno conosca gli iscritti del territorio di elezione, l’inutilità del servizio ‘scudo della rete’ nato a tutela degli iscritti, visto che c’è stato chi ha avuto problemi con querele e non è riuscito ad usufruirne e a livello nazionale, le prese di posizione sulla possibilità per i malpancisti di astenersi durante il voto di fiducia, sono alcuni degli esempi portati.
Poco più di un’ora il confronto su ‘Controvento’, illustrato dallo stesso Casaleggio e da Enrica Sabatini, con alcuni paletti di metodo che sono stati sentiti anche come indicazioni di merito. Fra le altre la difesa del tetto del doppio mandato per gli eletti su cui nel M5S non si chiude ad una possibile deroga.
“Il MoVimento 5 Stelle senza Internet e le piattaforme digitali non sarebbe mai esistito. La Rete ha cambiato la politica italiana. Questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere da bar sport”, è la frase del ‘guru’ Gianroberto che introduce il manifesto di Rousseau, pensato come un “codice etico di riferimento”.
Nel M5s si lavora ad una soluzione consensuale, ma c’è chi non esclude l’ipotesi che si arrivi alle carte bollate.