La pace tra il M5S ed il presidente del consiglio sulla riforma della giustizia dura il tempo di una nottata. Le aperture di Giuseppe Conte a Mario Draghi sono svanite dopo poche ore. Secondo fonti parlamentari diversi esponenti del Movimento 5 Stelle sono pronti a fare le barricate in Aula e chiedono una sostanziale riforma del pacchetto giustizia firmato dal ministro della Giustizia e difeso dal presidente del consiglio. Un fulmine a ciel sereno che rischia di incrinare i rapporti di maggioranza alla vigilia del semestre bianco e dall’erogazione della prima tranche di sovvenzionamenti come previsto dal Pnrr. I 5 stelle alzano le barricate dopo l’audizione del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri davanti alla Commissione Giustizia della Camera che ha ‘bocciato’ la riforma del Guardasigilli. “In termini concreti le conseguenze saranno la diminuzione del livello di sicurezza per la nazione, visto che certamente ancor di più conviene delinquere”, dice il magistrato sottolineando anche le criticità nei processi di mafia. Accuse che sono state colte al volo dal M5S che le utilizza per attaccare duramente la riforma che porta il nome della ministra Cartabia.
“L’audizione di oggi in commissione Giustizia alla Camera di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, è stata drammaticamente chiara: la riforma del processo penale messa a punto dalla ministra Marta Cartabia deve essere modificata”, si legge in una nota scritta dai deputati del Movimento 5 stelle in commissione Giustizia. “Tra tutte le critiche espresse da Gratteri – aggiungono – quelle che più preoccupano, poiché prefigurano scenari inquietanti, sono relative alle conseguenze concrete: ‘convenienza a delinquere’ e ‘diminuzione del livello di sicurezza per la Nazione'”.