ROMA – Il movimento della Madonna dei debitori è un movimento che prende il nome dal quadro ritrovato in una grotta di Bassano Romano, nel viterbese. Ne abbiamo già parlato su queste colonne, ma oggi abbiamo incontrato l’economista Antonino Galloni, membro effettivo del collegio dei Sindaci dell’Inps e impegnato nel movimento, che ci ha spiegato da un punto di vista tecnico il funzionamento delle banche quando qualcuno chiede un prestito. Tra le varie cose, è anche autore di molti libri e ultimamente ha messo a disposizione il suo sapere a Maria Rosaria de Simone per scrivere un libro proprio sulla Madonna dei debitori.
Direttore, ci può illustrare il funzionamento dei prestiti e come operano le banche?
Quando la banca concede un prestito si dice che crei moneta, secondo la più accreditata delle teorie economiche. In realtà non fa nemmeno quello: semplicemente incredita sé stessa e indebita l’imprenditore. Dopodiché quest’ultimo via via che paga le rate, il mutuo etc attraverso il suo lavoro, la sua attività produttiva o altri risparmi, crea la moneta che viene percepita dalla banca. Allora la banca quando fa il prestito, mette nell’attivo il capitale e poi via via che entrano le rate sottrae il capitale dall’attivo e considera gli interessi per poi computarli nel conto economico in qualche modo. In altre parole è il credito che crea i depositi e non viceversa secondo la teoria.
Ma se una persona non paga le rate del prestito, le banche soffrono delle perdite?
No. Se una persona non paga le rate del mutuo o del prestito, la banca non ha una sofferenza o una perdita, ma un mancato arricchimento. Solo se la banca una volta che ha incassato queste rate non riesce a coprire le spese di funzionamento è in perdita. Ma nel momento in cui recupera anche una parte di quello che è il credito, ipotizzavo in un altro mio libro “il grande mutuo” il 40%, è sempre un guadagno. Limitandosi al conto capitale, quello è tutto guadagno per la banca e andrebbe tutto tassato. Diciamo che il fondamento teorico scientifico della madonna dei debitori è questo, dal punto di vista della teoria economica.
Ossia?
Non dobbiamo mischiare i fatti con i santi perché la remissione del debito è un atto di coscienza, di fede, di sentimento, di cuore al limite politico. Quello che sto dicendo io è un ragionamento scientifico: il punto è che dobbiamo avere consapevolezza primo di come funzionano veramente le banche, secondo se le banche avessero una contabilità coerente con quello che fanno in realtà ci sarebbero due conseguenze: la prima è che dovrebbero pagare le tasse, l’altra è che sarebbero molto più stabili. Oggi sono instabili perché hanno mischiato la finanza col credito. Per prima cosa bisognerebbe dividerli nuovamente. L’altro aspetto è una contabilità che tenga conto di come effettivamente funziona la banche. Questo è il cuore della faccenda.
Per cancellare i debiti verso le banche, si potrebbe attuare un giubileo fiscale?
Non un giubileo fiscale, ma un giubileo dei debiti. Certo, ma infatti come funzionava questa cosa prima? Ogni sette anni si cancellavano i debiti, ma un tasso di interessi del 6 per cento dopo un anno e mezzo determina un raddoppio del capitale. Se io lo annullo dopo sette anni, sono ritornato alla pari. Quindi questo è il fondamento economico del giubileo, della remissione dei debiti, e di quanto si faceva con l’anno sabatico nella cultura ebraica e nella bibbia.
Tornando alle banche, come si rapportano con i bilanci?
Come dicevo, la banca fa il prestito, incredita se stesa e indebita quell’altro, inscrive il capitale all’attivo quando arriva la rata mette l’interesse nel conto profitti e perdite e sottrae il capitale dall’attivo. Poi la banca mette al passivo i depositi, che non ha senso perché è come se uno che gestisce il garage mettesse al passivo le automobili per nascondere gli utili. Invece, il capitale va considerato nel conto profitti e perdite e quindi quando arriva, va scritto nel conto economico perché è un’entrata. Dopodiché, succede che se non ci sono più i depositi nel passivo, l’attivo si riduce con l’entrata del capitale delle rate. Ma nello stato patrimoniale rimane la rata ancorché distinta fra le due componenti, sulla rata devi calcolare le tasse oppure puoi accorpare interessi e capitale, cioè quello che entra nella banca, e sottrarre i costi: quello è il margine operativo lordo e sopra ci paghi le tasse.
Direttore so che state pensando a una moneta mariana, in cosa consiste?
E’ una cosa di cui stiamo ancora discutendo, ci sono varie forme anche di moneta complementare possiamo ragionarci su, esistono tanti tipi di moneta. Sarebbe una moneta di carattere fiduciario che circolerebbe.
Che circolerebbe insieme all’euro?
Si può circolare insieme all’euro, può circolare come sconto o può essere introdotta durante il giubileo. Abbiamo appena iniziato a parlarne, non è una cosa introdotta. Ci stiamo ragionando su in sostanza, anche con Marco Saba.
Alessandro Moschini