‘Mafia Capitale’ e tre ipotesi per il Campidoglio

“Per Roma potrebbero esserci tre ipotesi, dopo la valutazione delle carte dell’inchiesta: o un accesso agli atti, o lo scioglimento o una terza via che prevede di non intervenire essendo in corso l’attività giudiziaria”, così il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ricordando che prima deve riferire al ministro dell’Interno. Al Comune di Roma, detta in sintesi, potrebbero arrivare dei commissari prefettizi con compiti ispettivi, che affiancherebbero quelli dell’autorità anti corruzione guidata da Raffaele Cantone. Il sindaco Ignazio Marino vedrà il prefetto martedì che non ha alcuna intenzione di proporre lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Ammette e con amarezza che: “se le stesse vicende avessero riguardato un’amministrazione meridionale, in un contesto permeabile ai fenomeni criminali, con molta probabilità lo scioglimento sarebbe scattato”. Molto dipenderà dai futuri sviluppi dell’inchiesta e Marino resta comunque al suo posto come puntualizza il ministro Maria Elena Boschi: “E’ giusto individuare le responsabilità ma attenzione a tirare in mezzo il Comune di Roma, per arrivare al commissariamento ci vogliono estremi di legge precisi e qui non ci sono estremi. Marino deve restare e governare bene. Bisogna fare processi presto senza sconti a nessuno ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio perché non tutti hanno rubato. E’ giusto che escano nomi e cognomi e si individuano responsabilità specifiche ma il Pd è intervenuto subito, gli altri non mi pare che stiano facendo pulizia”. Sulla scorta di queste dichiarazioni Marino è determinato ad andare avanti per risanare la città e si dice pronto anche ad un secondo mandato perché: “Roma non è una città mafiosa e se ci sono state alcune mele marce questo non significa che sia una città malata”. Just in time la prima mossa sarà la rotazione di tutti i dirigenti dell’amministrazione e la nomina di un nuovo assessore alla trasparenza. Un altro forte sostegno al sindaco arriva da Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio:”quanto accaduto a Roma è pessimo, quanto di peggio possa capitare all’immagine di un Paese. Ma d’inverno, per far uscire l’aria viziata da una stanza, ogni tanto occorre aprire la finestra e accettare un po’ di freddo. Le decisioni che abbiamo preso sull’Expò di Milano, il Consorzio che gestisce il Mose di Venezia, o a Roma, sostenendo il lavoro di Marino sono un’opera di pulizia necessaria. Gli attacchi a Marino erano la conseguenza di un lavoro che intacca interessi poco chiari ed anche l’inchiesta di Roma ha pesato sulla bocciatura di S&P.”.

 

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