Dall’agricoltura all’allevamento, dalla distribuzione alimentare alla ristorazione, il volume d’affari complessivo annuale dell’agromafia e’ salito a 24,5 miliardi di euro. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare il sequestro di un gregge di 550 pecore da parte della polizia a Gela. La criminalita’ organizzata in agricoltura, sottolinea la Coldiretti, opera attraverso furti di attrezzature, racket, abigeato, estorsioni o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera, di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, ma anche di danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell’Unione europea e caporalato.
Le mafie, denuncia la Coldiretti, condizionano anche il mercato della compravendita di terreni e della commercializzazione degli alimenti, stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del vero o falso Made in Italy. Gli ottimi risultati dell’attivita’ di contrasto, conclude il presidente nazionale Ettore Prandini, “confermano la necessita’ di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare”.