Maxi confisca della Dia alla mafia. Nel mirino della Direzione Investigativa Antimafia, ci sono i beni di ‘Cosa nostra’, il valore di questi è di oltre un miliardo e trecento milioni. I sequestri, avvenuti tra la Sicilia occidentale, la Lombardia, il Lazio e la Calabria sono: 43 tra società e partecipazioni societarie, 98 beni immobili, palazzine, ville, magazzini e terreni, 7 beni mobili registrati e 66 disponibilità finanziarie. Formalmente tutti i beni sono riconducibili al ‘re del vento’, Vito Nicastri, imprenditore 51enne, leader nel settore della produzione alternativa dell’energia elettrica e ritenuto dagli investigatori, vicino a ‘Cosa nostra’. Nicastri, coinvolto anche in alcune operazioni di polizia fra cui quella denominata “Eolo”, che ha svelato il coinvolgimento di Cosa nostra nel lucroso affare della realizzazione delle centrali eoliche nella provincia di Trapani, ha intrattenuto rapporti con soggetti della consorteria mafiosa del trapanese, molti dei quali ritenuti vicini a Matteo Messina Denaro. Le indagini economico-finanziarie, condotte dalla Dia, hanno consentito, secondo l’accusa, di stabilire che la posizione di vertice nel settore dell’energia alternativa da parte del 51enne è stata acquisita grazie alla “contiguità consapevole e costante agli interessi della criminalità organizzata”. Nicastri, secondo la Direzione investigativa antimafia “attraverso una tumultuosa dinamica degli affari ha intrattenuto rapporti anche con società lussemburghesi, danesi e spagnole”. Per gli inquirenti ‘”ale vicinanza ai più noti esponenti mafiosi, ha favorito la sua trasformazione da elettricista a imprenditore specializzato nello sviluppo di impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili, facendogli assumere una posizione di rilievo nelle regioni del Meridione”. Il provvedimento di confisca oggi concluso, è in assoluto il più consistente mai operato in Italia. Nei confronti dell’imprenditore è stata decisa la sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune di residenza , Alcamo, per tre anni.
Operazione dedicata al capo della polizia scomparso recentemente. “È un risultato senza precedenti”, queste sono le parole del direttore della Dia, Arturo De Felice, sull’operazione di questa mattina. “Antonio Manganelli sarebbe felice di questa operazione, difficile e impegnativa, che ha portato alla confisca di oltre un miliardo e trecento milioni di beni ad un personaggio dell’area grigia di Cosa Nostra, in una terra difficile com’è il trapanese”. Conclude De Felice che vuole dedicare al capo della Polizia, il successo di oggi.