Mafia e politica, FdI denuncia Report per diffamazione

Per la prima volta un partito italiano denuncia un giornalista per diffamazione. Finora le querele erano arrivate esclusivamente da singoli politici, ora il partito di Giorgia Meloni ha deciso di alzare ulteriormente il tiro. Fratelli d’Italia, nella sua persona giuridica, ha presentato una richiesta di risarcimento danni, in sede civile, nei confronti dell’inviato di Report, Giorgio Mottola, che ricordiamo è anche un freelance. La puntata incriminata è “La mafia a tre teste”, in cui il giornalista della trasmissione di Rai3 ha rivelato, tra le altre cose, i passati rapporti del padre della presidente del consiglio con il boss della mafia di Roma, Michele Senese.

Nella istanza di mediazione, che precede la causa civile, notificata da Fratelli d’Italia alla Rai e a Giorgio Mottola (evitando  di citare i responsabili della direzione Approfondimenti giornalistici), si legge che il riferimento fatto dal giornalista nel corso dell’inchiesta ai numerosi esponenti di Fratelli d’Italia arrestati per mafia negli ultimi 5 anni, “ha arrecato grave nocumento all’immagine del partito politico Fratelli d’Italia”. E per questa ragione, il partito di Giorgia Meloni chiede al giornalista di Report un risarcimento superiore ai 50 mila euro.

Fratelli d’Italia ha denunciato per diffamazione il giornalista Giorgio Mottola e il vicedirettore di Report, Sigfrido Ranucci. Nel mirino il fango distribuito a piene mani contro la destra politica in una puntata sulla mafia milanese del format di Rai 3 dello scorso gennaio.

Nel programma dedicato alla ‘cupola nera” Mottola rivelava tra l’altro presunti passati rapporti del padre della premier Meloni con Michele Senese, boss della mafia di Roma. Nella notifica di FdI, come detto,  sono citati il vicedirettore Ranucci e il giornalista che ha firmato l’inchiesta militante (lo stesso che ha confezionato lo spot contro il premier albanese Edi Rama).

Nella puntata si fotografava il consorzio mafioso di ‘ndrangheta, camorra e Cosa nostra (le tre mafie) all’ombra della Madonnina e si denunciava il connubio tra organizzazioni mafiose e politica. Un sistema criminale – si sosteneva – che negli ultimi anni era riuscito a entrare in contatto con “alcuni tra i politici lombardi più in vista di Fratelli d’Italia, che attualmente ricoprono incarichi al governo e nelle istituzioni europee”.

Già Fratelli d’Italia aveva denunciato il “metodo Report”,  presentando un’interrogazione alla presidente e all’ad di viale Mazzini. Si chiedeva se “l’utilizzo ricorrente di testimoni giudicati inattendibili dalla magistratura, che dopo qualche decennio fanno rivelazioni circa presunte rivelazioni su persone decedute, sia in linea con quanto stabilito dal Contratto di Servizio, che regola i rapporti tra lo Stato e la Rai. È accaduto nel caso del padre del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, e nel caso del padre del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che tra le altre cose, come tutti sanno, ha interrotto i rapporti con Franco Meloni quando era ancora una bambina”.

Oggi la denuncia per diffamazione e la richiesta di risarcimento. Notizia che, come da copione, ha scatenato la crociata militante dell’Usigrai a difesa dei colleghi di Report. Con il rituale allarme contro la censura di FdI e del pericoloso governo che silenzierebbe il dissenso. “Un fatto senza precedenti – scrive l’Usigrai –  la più classica delle querele bavaglio. La denuncia non è solo nei confronti del freelance autore del servizio, ma anche nei confronti del vicedirettore Ranucci”.

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