Il governo e la sua maggioranza non andranno in fibrillazione sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Lo hanno ribadito esplicitamente il presidente del Consiglio Giorgia Meloni da Pompei e il Guardasigilli Carlo Nordio in una nota ufficiale. Non a caso il ministro della Giustizia liquida gli articoli apparsi in questi giorni come «ricostruzioni fantasiose e talvolta maligne su nostri ipotetici dissidi».
«Con la premier siamo e siamo sempre stati in perfetta sintonia. Il problema del concorso esterno è stato da me trattato nei miei scritti di questi ultimi venti anni, è essenzialmente tecnico, e mira semmai a rafforzare la lotta contro la criminalità organizzata. Ma la sua revisione non fa parte del programma di governo, ed infatti non è stata da me nemmeno prospettata nel discorso alle Camere all’inizio del mio mandato. Le ricostruzioni fantasiose e talvolta maligne su nostri ipotetici dissidi sono vani tentativi di minare la nostra risolutezza nel portare a compimento le riforme sulla giustizia, secondo il mandato ricevuti dagli elettori, e sulle quali non vacilleremo e non esiteremo», dichiara in una nota il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
La nota di Nordio arriva subito dopo la risposta ai giornalisti da parte del premier Meloni, a margine dell’inaugurazione del Frecciarossa 1000 diretto Roma-Pompei. Sul concorso esterno in associazione mafiosa, ha premesso Meloni, «io comprendo sia le valutazioni che fa il ministro Nordio, che sono sempre molto precise, che le critiche che possono arrivare. Mi concentrerei attualmente su altre priorità».
Il premier ha colto l’occasione per ribadire la sua presenza alle commemorazioni della Strage di via d’Amelio. “Non sono mai mancata e non mancherò neanche quest’anno – ha detto infatti Meloni -. Tutti sanno come ho cominciato a fare politica, io me lo ricordo. Ho iniziato a fare politica a 15 anni, il giorno dopo la strage di via D’Amelio, nella quale la mafia uccise il giudice Borsellino”.
A suscitare i malumori all’interno della maggioranza, ma anche tra associazioni e familiari delle vittime della mafia, erano state alcune riflessioni del Guardasigilli. “Il concorso esterno non esiste come reato, è una creazione giurisprudenziale. Il concetto stesso è contraddittorio, un ossimoro – aveva detto infatti Nordio -. Noi non vogliamo eliminare il concorso esterno. Sappiamo che si può essere favoreggiatori all’esterno dell’organizzazione. Ma allora va rimodulato il reato che in questo momento non esiste. La fattispecie penale in questo momento non è strutturata. Pensare che si possa fare in questo modo un favore ai mafiosi è vuota metafisica”.
E le priorità sono appunto la riforma della Giustizia, come ha ricordato il ministro per i Rapporti col parlamento Luca Ciriani. «Non abbiamo interesse ad alimentare uno scontro. La riforma non è contro i magistrati. Anche il ministro Nordio, che la sta attuando, è un magistrato. C’è un programma di governo votato dai cittadini e dalle Camere e siamo tenuti a rispettarlo».
Ciriani poi che sul possibile rischio che Mattarella non promulghi la legge sottolinea: ‘Credo che non ci saranno problemi. Nel percorso parlamentare, che è ancora lungo, agiremo in modo che la norma sia coerente con la Costituzione. Ci potranno essere miglioramenti e integrazioni, ma l’impianto è quello’’.
subito il sottosegretario Alfredo Mantovano, supportato da Palazzo Chigi che a più riprese ha sottolineato la volontà di non modificare la legge. “Non è un tema in discussione, il governo non farà alcun passo indietro nella lotta alla criminalità organizzata. Ci sono altre priorità. La giurisprudenza sul concorso esterno è consolidata e non c’è bisogno di aprire un altro fronte”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si era da subito espresso anche Matteo Salvini. “Serve una riforma della Giustizia urgente, efficace e condivisa non contro nessuno, ma coinvolgendo tutti, magistrati compresi, sperando che nessuno sia bloccato dall’ideologia. Diciamo che la riforma del concorso esterno in associazione mafiosa non è la priorità”.
“La priorità per Forza Italia è la separazione delle carriere. Sul concorso esterno da un punto di vista giuridico credo abbia ragione il ministro Nordio, poi si vedrà come procedere”, era invece stata la presa di posizione del ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani. “Non si tratta di cambiare o rendere più debole la lotta alla malavita organizzata, anzi – aveva sottolineato il ministro degli Esteri -. Questa lotta dobbiamo indurirla, utilizzando i migliori sistemi. E leggendo quello che ha detto il ministro credo voglia rafforzare una posizione e non indebolirla”.
“Quello del concorso esterno è uno strumento importantissimo, non a caso individuato proprio da Falcone e Borsellino per colpire quei soggetti terzi che non fanno parte di Cosa nostra, ma che appartengono alla zona grigia delle connivenze”, parole di Fabio Granata, storico esponente della destra siciliana e promotore della prima fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino.