Mali. Rossella Urru presto libera, un ‘mediatore’ tratta con i rapitori

Rossella Urru si troverebbe in un’area del ‘centro-nordest’ del Mali, in una zona vicina al confine con l’Algeria e il Niger assieme ad un mediatore che starebbe negoziando il suo rilascio. Con la  cooperante italiana si troverebbero anche i due colleghi spagnoli rapiti in Algeria nell’ottobre scorso. Una parziale rassicurazione  di un loro imminente rilascio è data dal ministro degli Esteri spagnolo, Jose’ Manuel Garcia-Margallo, che parlando alla radio spagnola Cadena Cope, dice che i cooperanti “stanno bene”, ma bisogna mantenere “la massima discrezione” sul caso.

“Siamo in contatto permanente, ma bisogna trattare questo argomento con una discrezione totale”, ha detto il ministro senza fornire ulteriori dettagli sulla sua missione dei giorni scorsi in Africa. “In Somalia mi hanno garantito che va tutto bene. In Mali è  il presidente della Repubblica che me lo ha assicurato”, ha concluso il ministro spagnolo.

Parole queste che fanno aumentare la speranza di un imminente rilascio di Rossella Urru alle autorità italiane. Ma sulla vicenda tutti chiedono cautela. Già sabato scorso era circola, con insistenza, la notizia di del suo (presunto) rilascio ma immediatamente smentita dalla Farnesina. Come scrive TmNews, che cita fonti qualificate, Rossella Urru si trova in Mali insieme a un mediatore e ci sarebbe ‘ottimismo’ sul suo rilascio. L’annuncio, che sabato sembrava essere imminente, della sua liberazione è stato bloccato da difficoltà tipiche di operazioni in cui sono coinvolti ‘attori diversi’, è stato riferito. La liberazione della cooperante italiana potrebbe essere legata a doppio filo al rilascio di personaggi vicini ai rapitori. Per ora, però, non ci sarebbe nessuna conferma ‘ufficiale’ del fatto che la sorte della cooperante italiana sia legata a quella del gendarme mauritano, Ely Ould Moctar, rapito due mesi fa vicino al confine con il Mali. Secondo i media locali entrambi dovrebbero essere rilasciati in cambio di Abderrahmane Ould Meddou – secondo altri, Abderrahamane Ould Meydda al Azawadi -, leader del gruppo che rapì i coniugi Cicala nel 2009. L’area in cui si trova, al momento, Rossella Urru, è frequentata da ribelli tuareg. Qui, gli scontri tra guerriglieri e truppe governative sono in corso da gennaio. Una situazione di turbolenza che consiglia ancora cautela, tanto più che bisogna fare i conti con i rapporti non certamente idilliaci tra i tuareg e il Movimento Unito per la Jihad nel Sahara Occidentale, il gruppo che nel dicembre scorso ha rivendicato il rapimento. Di certo c’è “la piena collaborazione con le autorità mauritane”, che la settimana scorsa hanno ricevuto la visita dell’inviata del ministro degli Esteri Giulio Terzi per le emergenze umanitarie, Margherita Boniver.

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