Maltempo devasta Centro-Nord: Tevere esonda, Toscana in ginocchio

Continua l'ondata di maltempo che ha messo in ginocchio la Toscana ed oggi ha devastato anche Roma. A causa dell'esondazione del Tevere, che ha raggiunto un  innalzamento idrometrico di 13 metri, i cittadini hanno dovuto fronteggiare diversi disagi.  I cittadini vengono però aiutati dalla   Protezione civile del Campidoglio, che da questa mattina lavora  senza sosta per cercare di risolvere le criticità  che si stanno verificando in queste ore. Sono infatti 1.500 le unità operative  fra agenti della Polizia Locale, volontari e operatori della Protezione civile comunale impegnate a fronteggiare l’emergenza.  Più  di 100 i presidi attivati lungo le direttrici di Tevere e Aniene per garantire la massima rapidità d’intervento in caso di emergenza. Intenso il lavoro delle squadre di pronto intervento del Servizio giardini; per garantire lo scorrimento delle acque, sin dalla serata di ieri, sono stati rimossi oltre 50 metri cubi di detriti galleggianti a partire dai resti dei barconi incagliati all’altezza di ponte Milvio. La situazione aggiornata alle ore 16.30 presenta il seguente quadro: alcune lievi esondazioni verificatesi in corrispondenza delle direttrici di via Salaria- Settebagni, via Tiberina all'altezza di via Tenuta Piccirilli, via della Magliana, via Flaminia e Fidene; allagamenti dovuti a rigurgiti attraverso la rete fognante si sono verificati a Ponte Salario – Prati Fiscali e in via Flaminia all'altezza della zona due ponti. La Polizia locale Roma Capitale, come gli operatori del volontariato, è impegnata con 20 squadre nel presidio dei sottopassi sulle direttrici viarie di Tevere e Aniene.

Tanti i disagi anche negli spostamenti.  L’Agenzia per la Mobilità di Roma rende noto che a Castel Giubileo le linee bus 302 e 334 non transitano in zona e sono deviate su Flaminia-Gra-Salaria/Bel Poggio.

 

Grosseto: crolla ponte, morti tre operai. Intanto Ieri a Grosseto un'auto con a bordo tre tecnici dell'Enel (tra cui anche una donna) è  precipitata in seguito al cedimento del ponte San Donato sul fiume Albegna, nel territorio di Manciano, come ricostruiscono i carabinieri. Tutti e tre gli operai sono morti. A causare il crollo del ponte, l’ acqua dell'Albegna, che aveva eroso una sponda su cui su cui appoggiava un’estremità del ponte, causandone quindi lo smottamento.  Nel precipitare la vettura dell’Enel, una Punto bianca, è rimasta  incastrata nel  fango accumulato dalla piena nelle ore successive. Da quanto si apprende tuttavia, i tre operai non avrebbero dovuto trovarsi su quel ponte. La strada  infatti “era stata chiusa, come molte altre delle strade intorno, fin dalla notte precedente”. E’ quanto dichiarato Massimo Luschi, direttore dell'ufficio lavori pubblici della Provincia di Grosseto e dirigente della protezione civile.

Qualche storia però finisce a lieto fine. Come quella della giovane donna che a Bolzano è finita  nelle acque impetuose del torrente Talvera, ingrossate dalle piogge degli ultimi giorni. Dopo aver perso il controllo della sua Volkswagen Polo, la donna è precipitata per decine di metri in un burrone, ma è rimasta praticamente incolume. La donna è stata tratta in salvo con un elicottero della Protezione civile, che l'ha issata a bordo con il verricello.

 

Gabrielli: "Investire in sicurezza". “L’unica cosa da fare per smettere di contare i danni – e soprattutto i morti – ogni volta che piove, è investire in un programma serio di messa in sicurezza del territorio, che consenta a questo paese di non cadere a pezzi più di quanto stia cadendo”. E’ quanto dichiara il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli torna a ribadire che l’unica soluzione in questo campo si chiama prevenzione. “Che si può fare con le risorse che ci sono e che, spesso, vengono utilizzate come alibi per non fare le cose”.

 Il capo della protezione civile ha poi spiegato che ci sono indubbiamente stati “eventi importanti ed eccezionali, tanto che su alcune zone sono caduti in 48 ore oltre 400 mm di pioggia. Ma questi fenomeni, aggiunge, “hanno impattato su un territorio dove la fragilità è nota e arcinota e dove si è costruito dove non si doveva costruire”.

“Dunque la vera scommessa è immaginare un percorso più strutturato di messa in sicurezza, che preveda investimenti non eclatanti ma certi e sicuri, che consentano di realizzare gli interventi necessari per evitare tragedie”. “Bisognerebbe – ha continuato Gabrielli- mettere mano agli errori del passato -avendo però il coraggio di stoppare gli errori del presente e del futuro. Perché se si continua con politiche di occupazione del suolo indiscriminate, allora non solo non si mette in sicurezza quello che è il frutto del passato, ma si continua a perpetuare comportamenti sbagliati e pericolosi”.

“L’unica soluzione contro i danni provocati da alluvioni, terremoti e catastrofi naturali è che i cittadini si assicurino in maniera obbligatoria”, ha spiegato il capo della Protezione civile  sottolineando che l'assicurazione sarebbe supportata dallo Stato con forme di defiscalizzazione”. “E' ora di rendersi conto – afferma Gabrielli – che lo Stato, per quelle che sono le sue risorse, non è più in grado di fornire in maniera equa risposte adeguate dal punto di vista del ristoro dei danni”.

 

 

 

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