Mani clan su settore giochi, in carcere imprenditore e boss

L’imprenditore barese Baldassarre D’Ambrogio, socio di fatto di imprese e sale giochi a Bari e provincia, usufruendo della fama criminale dello zio pregiudicato Nicola D’Ambrogio, ritenuto tra i reggenti del clan Strisciuglio, avrebbe gestito per anni in modo quasi monopolistico il mercato delle videolottery sull’intero territorio. Entrambi, zio e nipote, sono finiti oggi in carcere insieme con altre 25 persone, prevalentemente affiliati a clan mafiosi della citta’, nell’operazione della Guardia di Finanza ‘Gaming Machine’. Gli arresti domiciliari sono stati invece concessi ad altri 9 indagati, tra i quali le mogli dei due D’Ambrogio, Antonella Pontrelli e Maria Cantalice. Agli indagati, in totale 49, sono contestati, a vario titolo, i reati di illecita concorrenza con violenza e minaccia, con l’aggravante del metodo mafioso, estorsione, riciclaggio, usura, contrabbando di sigarette e detenzione abusiva di armi clandestine. I fatti contestati risalgono agli anni 2012-2019. L’ordinanza d’arresto e’ stata emessa dal gip del Tribunale di Bari Giovanni Abbattista.

Stando alle indagini di Gico e Scico della Guardia di Finanza di Bari, coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi e dalla pm della Dda di Bari Bruna Manganelli, Baldassarre D’Ambrogio, imprenditore nel circuito di scommesse, si sarebbe accordato con i vertici dei clan mafiosi di Bari e provincia per “compiere atti di concorrenza sleale – si legge negli atti – imponendo una posizione dominante nel mercato dei videopoker e di altri apparati da intrattenimento elettronici”, attraverso “la minaccia e l’assoggettamento omertoso”. In particolare le organizzazioni mafiose facenti capo a Nicola D’Ambrogio, alias ‘Tro’Tro”, e Lorenzo Caldarola (clan Strisciuglio), Vito Valentino, Giuseppe Capriati, Vincenzo Anemolo, Domenico e Gaetano Capodiferro – tutti destinatari della misura cautelare in carcere – “si sono divisi il territorio barese in zone di influenza, reciprocamente rispettate, per acquisire in modo esclusivo e monopolistico (direttamente o indirettamente tramite imprenditori collusi) la gestione o comunque il controllo della distribuzione delle apparecchiature da gioco (videopoker, slot machine) nei locali pubblici e delle sale gioco autorizzate (gestione dei totem e delle VLT videolottery)”, anche attraverso l’estromissione di altri imprenditori concorrenti operanti nello stesso settore.

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