Papa Francesco è partito stamattina presto in elicottero dall’eliporto del Vaticano per recarsi in visita pastorale a Verona. Al suo arrivo nella città veneta, dopo l’atterraggio nel piazzale adiacente allo stadio Bentegodi, è stato accolto il vescovo Domenico Pompili, il presidente del Veneto Luca Zaia, il sindaco Damiano Tommasi e il presidente della Camera Lorenzo Fontana. il Pontefice poi è salito sulla papamobile per recarsi alla Basilica di San Zeno e incontrare i sacerdoti e i consacrati. Al termine, in Piazza San Zeno, c’è stato l’incontro con i bambini e i ragazzi, prima di andare all’Arena di Verona per l’evento “Arena di Pace – Giustizia e Pace si baceranno”. Tra i momenti più importanti, l’abbraccio di Bergoglio all’Arena di Verona all’israeliano Maoz Inon, al quale sono stati uccisi i genitori da Hamas il 7 ottobre, e al palestinese Aziz Sarah, al quale l’esercito israeliano ha ucciso il fratello: i due sono ora amici e collaboratori. L’Arena ha accolto l’abbraccio con applausi e una standing ovation. Dopo il discorso di pace pronunciato dai due, il Papa ha commentato: “Credo non ci sia bisogno di dire niente. Loro hanno avuto il coraggio di abbracciarsi. E questo non solo è coraggio, è testimonianza di volere la pace, ma anche è un progetto di futuro.” Bergoglio ha poi aggiunto: “La pace non sarà mai frutto della diffidenza, dei muri, delle armi puntate gli uni contro gli altri. Non seminiamo morte, distruzione, paura. Seminiamo speranza! È quello che state facendo anche voi, in questa Arena di Pace. Non smettete. Non scoraggiatevi. Non diventate spettatori della guerra cosiddetta ‘inevitabile’. Come diceva il vescovo Tonino Bello: ‘In piedi costruttori di pace!'”.
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