L’Italia resta saldamente nell’Ue. Ma nessun pregiudizio nei confronti del governo di Roma. E sul deficit si discuterà perché è “una manovra è ben articolata, le prospettive crescita sono molto serie”. Ma soprattutto “non siamo una banda di scalmanati e indisciplinati andata al governo, abbiamo lavorato, studiato a lungo, rivisto i fondamentali e dopo avere a lungo studiato siamo arrivati alla consapevolezza che l’Italia, sulla stessa strada, sarebbe entrata in recessione”.
Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, parlando durante un incontro con la stampa internazionale risponde alle istituzioni europee, che hanno ‘rimandato’ la manovra finanziaria, difendendo le norme che sono contenute nel documento finanziario. ” Se la manovra fosse in deficit, con spese scriteriate, fatta solo per qualche promessa estemporanea di qualche politico per l’adrenalina della campagna elettorale non andrei a spiegarla in giro”.
“Nella lettera all’Ue vogliamo spiegare la nostra manovra. Abbiamo detto perché l’abbiamo impostata in questi termini, abbiamo spiegato la direzione della nostra politica economica, gli obiettivi che intendiamo raggiungere. Ma siamo disponibili a metterci a un tavolo per proseguire una interlocuzione con la Commissione europea”.
L’Italia dialogherà con le istituzioni Ue ma il dialogo deve svolgersi in clima costruttivo. Perché, riferendosi alla parole del commissario al Bilancio Oettinger, se “un commissario Ue prima di leggere la manovra e prima che arrivi la lettera dell’Ue mi dice che questa manovra verrà rigettata, io dico che è un pregiudizio e che è inaccettabile che provenga da chi rappresenta un’istituzione”. “Se arriverà una bocciatura, ci siederemo a un tavolo e valuteremo insieme. Il 2,4% è tetto massimo che ci siamo impegnati solennemente a rispettare, anzi nella programmazione triennale abbiamo previsto di andare all’1,8% nel 2022. Siamo anche disponibili a valutare un contenimento nel corso di attuazione della manovra”. Il grande problema con l’Europa, secondo Conte, è la crescita di chi la programma allo “zero virgola”, noi “la programmiamo all’1,5%. Ma abbiamo tante riforme strutturali da fare, alcune le abbiamo già fatte e le altre le realizzeremo per incidere lì dove dobbiamo crescere”. “Quando io riuscirò con la cabina di regia a spendere i fondi Ue non spesi, vedrete che la crescita volerà. Quando avrò fatto la semplificazione volerà”. In caso di difficoltà economica non si ricorrerà alla patrimoniale per fare cassa, assicura il premier. “La patrimoniale è assolutamente esclusa: se per qualche motivo dovessimo andare in difficoltà semplicemente adotteremmo dei tagli di spesa per rientrare negli obiettivi prefigurati. Ad esempio se la crescita del Pil non dovesse assecondare le nostre posizioni. Ma la patrimoniale è esclusa”.