Via libera del Consiglio dei ministri alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, “Abbiamo varato la Nadef, ovvero la cornice che definisce la prossima legge di bilancio – ha annunciato via social il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni a Cdm ancora in corso -. Stiamo lavorando per scrivere una manovra economica all’insegna della serietà e del buon senso. E che mantenga gli impegni che abbiamo preso con gli italiani: basta con gli sprechi del passato, tutte le risorse disponibili destinate a sostenere i redditi più bassi, tagliare le tasse e aiutare le famiglie”.
Nel corso del 2023 il pil è stimato al 0,8% nel 2023, al 1,2% nel 2024, e rispettivamente al 1,4% e all’1% nel 2025 e nel 2026. Sono questi i dati contenuti dalla Nadef resi noti dal Mef.
Mentre il rapporto deficit/Pil nel 2023 sale dal 4,3% al 5,3 per l’effetto del Superbonus 110%. Viene confermato anche dai numeri della Nadef, dunque, che i bonus edilizi avranno un impatto negativo sui conti pubblici. C’è anche la controprova, perché senza il debito sarebbe sceso di un punto percentuale all’anno, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi. “Il governo ha scelto un’impostazione di bilancio seria e di buon senso”, sottolineano ancora le fonti di Palazzo Chigi.
Nella Nadef, infatti, sono confermati il taglio del cuneo fiscale e l’avvio dell’applicazione della delega fiscale per proseguire nella politica di riduzione delle tasse. Così come restano l’aiuto ai redditi medio bassi, la decontribuzione già decisa l’anno scorso, gli interventi a favore delle famiglie con figli e l’attuazione della prima fase della riforma fiscale per proseguire nella politica di riduzione delle tasse e della pressione fiscale. Inoltre, prosegue il lavoro sui rinnovi contrattuali del pubblico impiego, in particolare nel comparto sanità.
Si accende la gara del Lotto. Per l’assegnazione anticipata della concessione del gioco più antico, gestito da oltre 30 anni da Igt (prima Lottomatica), scende in campo anche la Sisal. Con una lettera ufficiale recapitata nelle scorse settimane al Mef, la società che gestisce il Supernalotto ha formalizzato la sua intenzione di partecipare alla gara per l’assegnazione del gioco del Lotto in scadenza nel 2025. Una buona notizia per il ministero dell’Economia alla ricerca frenetica in queste ore di nuove risorse per finanziare la legge di bilancio. Con due concorrenti in gara (con qualcun altro in arrivo) e una base d’asta che si aggira tra gli 870 e i 900 milioni diventerà possibile per lo Stato portare a casa non meno di un miliardo.
Cambia dunque la strategia del governo che non è più quella di incassare gettoni di presenza con le proroghe delle gare ma rendere questi veri e propri asset del gioco pubblico contendibili tra più operatori garantendosi così un profitto maggiore. Stessa strategia che accompagnerà nei prossimi mesi anche il rinnovo delle concessioni del gioco on line e quella del gratta e vinci quando arriverà a scadenza. Sul gioco fisico, invece, sarà comunque necessario attendere il riassetto del settore inserito nella riforma fiscale e che dovrà fare i conti e confrontarsi con le richieste di regioni e comuni.
Il Lotto sarà chiamato a finanziare la nuova legge di bilancio in preparazione. Sul tavolo dell’esecutivo e dei tecnici del Mef ci sono anche le concessioni del gioco on line in scadenza nel 2024.
L’idea a cui si starebbe lavorando è quella di fissare l’asticella della gara per ogni singola concessione del gioco on line tra i 6 e gli 8 milioni di euro garantendo ai vincitori nove anni di gestione del gioco in rete. Un importo ritenuto comunque da più parti ancora troppo elevato e che potrebbe da una parte non garantire le risorse attese e dall’altra spingere all’uscita dal mercato del gioco legale i concessionari più piccoli aprendo di fatto la strada al gioco d’azzardo illegale dei cosiddetti siti “.com”.
”Riteniamo di aver fatto le cose giuste con grande responsabilità”, ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in conferenza stampa dopo l’approvazione della Nadef da parte del Consiglio dei ministri. Il quadro generale di finanza pubblica ”si ispira a una principio di serietà, responsabilità, si inserisce in un quadro più complessivo di ridiscussione delle regole del patto di stabilità, che in questo momento è in corso in sede europea, in cui l’Italia ha una posizione chiara di tipo negoziale”, ha aggiunto.
Sulla reazione di Bruxelles, Giorgetti si è detto fiducioso. “Alla Commissione europea ci sono persone che hanno fatto e che fanno politica, diversamente dai banchieri centrali che fanno giustamente il loro lavoro”, ha detto il ministro. A Bruxelles, dunque, “comprenderanno la situazione, come la comprendono molti colleghi ministri delle finanze europei che si trovano a gestire un rallentamento economia o, in qualche caso, una recessione”.