Pd e Cinquestelle non hanno letto bene le note della Ue sulla manovra e subito hanno tentato di percorrere la strada catastrofismo pensando a una bocciatura. Da qui la conclusione che il nostro Paese non è considerato in linea con le raccomandazioni Ue. Poi c’era l’aggiunta, che specialmente il M5S ha finto di non leggere: «Sulla spesa c’è l’effetto Superbonus», ossia la causa del buco è in primis dovuta allo “strumento grillino” che ha causato solo danni.
Paolo Gentiloni, commissario europeo dall’Economia, dice: «Da parte della Commissione Europea non c’è nessuna bocciatura della manovra economica dell’Italia. La Commissione ha rapporti costruttivi per definizione con il governo italiano, come con i governi dell’Unione in generale. Nel caso del disegno di legge per il bilancio, la nostra opinione dice che non è pienamente in linea con le raccomandazioni europee. Tradotto: non si tratta di una bocciatura, si tratta di un invito alla prudenza di bilancio e di un invito a utilizzare al meglio le risorse comuni europee. Non è una bocciatura, ma un invito in quelle due direzioni».
«La settimana prossima passeremo all’illustrazione degli emendamenti della manovra, oltre al voto sugli emendamenti del Dl Anticipi. Poi ci riuniremo per decidere i prossimi passi e procedere poi al voto degli emendamenti alla legge di bilancio», ha spiegato il senatore Damiani (FI), uno dei relatori della legge di Bilancio. «Ma per il voto in Commissione sugli emendamenti si dovrebbe arrivare a quella successiva», ossia quella del 4 dicembre. L’approdo in Aula al Senato potrebbe quindi cadere nella settimana dell’11 dicembre.
Tre emendamenti della Lega alla legge di bilancio, nonostante le assicurazioni di una Manovra 2024 blindata, senza proposte di modifica da parte dei partiti di maggioranza. In Transatlantico alla Camera nella giornata di martedì ambienti di Fratelli d’Italia non escludevano iniziative di “cavalli pazzi”, vale a dire di singoli parlamentari: “Ma l’accordo dovrebbe reggere”, la convinzione.
Sono circa 2650 in totale gli emendamenti presentati dalle opposizioni in Commissione Bilancio del Senato alla Manovra 2024: il termine di presentazione scadeva alle 20.00 di martedì 21 novembre. Dai dati arrivati dai gruppi sono 1103 gli emendamenti del Pd, 945 quelli del Movimento Cinque Stelle, 329 quelli d Alleanza Verdi e Sinistra, 180 quelli di Italia Viva, 91 quelli di Azione.
Salario minimo e sanità sono i due fronti su cui le opposizioni marciano unite. Sul primo punto è stato sottoscritto l’emendamento a prima firma Stefano Patuanelli dai capogruppo Pd Francesco Boccia, quello di Alleanza Verdi-Sinistra Giuseppe De Cristofaro e da Azione. Sul versante sanità è stato condiviso un pacchetto “composto da tre emendamenti comuni”. Ci sono le firme di Pd, M5S, Avs, Più Europa e socialisti. Non c’è però quella del partito di Carlo Calenda. Il nodo, si spiega, è e resta quello delle liste di attesa. “Non li abbiamo sottoscritti perchè non hanno portato a nulla sul piano liste di attesa”, dicono da Azione.
“Stiamo lavorando per vedere se riusciamo a far sottoscrivere gli altri. Il confronto con Azione va avanti”, dicono fonti parlamentari dem. Ma dalle parti del partito di Calenda non si nasconde l’irritazione: “Per noi era un pacchetto complessivo. Voteremo le cose che condividiamo, ma non si può stare sempre ai capricci dei 5 stelle. Tipo su Albania. Avevamo trovato risoluzione unitaria e alla fine era poco. Anche basta diciamo’.
Tra i parlamentari dem però si confida che anche Azione possa aggiungersi in corso d’opera su parte delle proposte unitarie delle opposizioni. I tre emendamenti presentati riguardano lo stanziamento di 4 miliardi per il 2024 sul settore “per raggiungere gradualmente una percentuale di finanziamento annuale non inferiore al 7,5 % del Pil”, di cui 1 per l’assunzione di nuovo personale sanitario. Quindi un “fondo di 600 milioni” per l’assistenza delle persone anziane non autosufficienti “per la quale la legge di Bilancio non prevede alcun finanziamento”.