Dal pacchetto di misure per il caro-energia alle misure fiscali, dalle infrastrutture alla giustizia, dalle pensioni alla sanità. Sono alcuni dei contenuti della nuova bozza della manovra, suddivisa in 16 capitoli e 156 articoli. Il testo, arricchito anche delle relazioni tecniche e illustrative, appare completo anche di norme che nei giorni scorsi sono state oggetto di ultime limature, come Opzione donna ed extraprofitti. Ma all’interno della stessa maggioranza arriva il monito di Forza Italia, che ha già fatto capire di ritenere la manovra migliorabile e, dunque, non mancheranno emendamenti mirati, a partire dalle pensioni minime, defiscalizzazione e flat tax. «Sulla manovra – ha sottolineato la capogruppo azzurra in Senato Licia Ronzulli confermando di fatto qualche mal di pancia in Fi – Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi si sentono quando c’è da sentirsi». La Lega invece – che ha più di una “bandierina” da rivendicare in manovra (l’ultima in ordine di tempo che si è intestata è quello dell’esenzione Imu per i proprietari di immobili occupati) – ha fatto intendere di ritenersi al momento soddisfatta della legge di bilancio e che ci sarà comunque spazio più avanti per poter ragionare su interventi più ampi. Il ragionamento – viene fatto notare – è anche quello fatto dal ministro Giorgetti di una manovra «prudente» per consentire anche maggiore forza sul fronte della partita del patto di stabilità in Europa. La battaglia su pensioni minime e stralcio delle cartelle«Sulle pensioni minime occorre uno sforzo in più, vorremmo arrivare almeno a 600 euro per fare in modo che a fine legislatura si arrivi almeno a 1000 euro» dice il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulè lo dice a Radio Cusano Campus. «C’è un problema di coperture? Volendo, nelle pieghe di bilancio si trovano», afferma. A chi gli chiede del superbonus risponde: «Non si può dire improvvisamente che è finito il tempo del superbonus quando si era detto che il termine era fine dicembre. Si tratta di avere un’azione ordinata di governo che è quella che noi vogliamo in questa maggioranza». Sull’obbligo di pos sopra i 60 euro. «Sono d’accordo perché ci sono negozi di prossimità che hanno problemi a trovare il segnale. Ci sono persone anziane che vogliono pagare in contanti. Mi pare una misura di buonsenso che non va a favore degli evasori, che muovono decine di milioni di euro in pochi secondi, non hanno bisogno di 60 euro per fare riciclaggio di denaro, questa è una fesseria». Il contributo dalle imprese dell’energiaPrende forma il “contributo di solidarietà temporaneo” sulle imprese energetiche previsto dalla manovra di bilancio inizialmente previsto in una bozza ma solo con il titolo dell’articolo. La misura, valida solo per il prossimo anno, prevede un’aliquota del 50 per cento sulla quota del reddito complessivo conseguito nel periodo d’imposta antecedente al primo gennaio 2023, che eccede per almeno il 10% la media dei redditi conseguiti nei quattro anni d’imposta precedenti. L’incasso stimato si aggira sui 2,6 miliardi.Opzione donna solo per caregiver e invalide,a 60 anni. Opzione donna è prorogata per il 2023, mantenendo l’obbligo di un’anzianità contributiva di almeno 35 anni, ma con un innalzamento dell’età d’uscita a 60 anni, che viene legata al numero dei figli: può essere ridotta di un anno per ogni figlio, fino al massimo di due. È la norma contenuta nell’ultima bozza della manovra, che riconosce questo beneficio a determinate condizioni: donne che assistono coniuge o parente con handicap; hanno una invalidità civile, superiore o uguale al 74%; sono lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese con aperto un tavoli di crisi. Per queste ultime, la riduzione a 58 anni è a prescindere dai figli.Le opposizioni in ordine sparso. Intanto le opposizioni si muovono a ranghi sparsi. E’ atteso l’incontro tra la premier Meloni e Carlo Calenda che le presenterà le proposte del Terzo Polo. Il Pd scenderà in piazza il 17 dicembre. «Non si risparmia sul reddito di cittadinanza e sull’assegno unico per i figli. In una fase difficile per inflazione e caro energia – ha attaccato anche oggi Graziano Delrio – serve una manovra coraggiosa e redistributiva. Quella del governo Meloni è un colpo a chi è già fragile». M5s non sarà in piazza con i Dem ma, come ha spiegato Giuseppe Conte, sarà in una sorta di «mobilitazione permanente» per raccontare in varie piazze e città italiane, molte storie sul reddito di cittadinanza. Una misura sulla quale Conte si dice pronto a discutere di eventuali «miglioramenti» ma, va giù duro: cancellarlo «sarebbe un proposito miserevole ed esecrabile, follia pura». Marciano divisi anche i sindacati con la Cgil che ha fatto sapere di non escludere uno sciopero mentre il leader della Cisl Luigi Sbarra ha frenato: «Per noi la via del dialogo è necessaria. Parlare di mobilitazione è prematuro».
La manovra dovrà essere approvata entro Natale o comunque entro l’anno per evitare l’esercizio provvisorio. Dunque, proseguo la corsa contro il tempo del governo. «In poco più di un mese dalla sua formazione – ha ricordato Meloni sui social – il governo ha mostrato già tutta la sua unità e concretezza, dando risposte serie e dettagliate alle esigenze dei cittadini e dell’Italia. Una manovra economica scritta e presentata in tempi record, coerente con gli impegni presi col popolo italiano, con grosse risorse destinate a famiglie, imprese e alle categorie più fragili e in difficoltà». «Abbiamo deciso di scommettere sul futuro per ridare finalmente una visione chiara alla nostra Nazione», ha sottolineato ancora il premier.
Il testo, che dovrà essere inviato anche a Bruxelles, è attualmente al vaglio della Ragioneria dello Stato, ma anche da parte dei tecnici ci si aspetta un lavoro rapido. Meloni ha ribadito, anche nel corso di un suo intervento all’Assemblea generale di Confindustria Veneto Est, che l’approvazione del testo rappresenta una «corsa contro il tempo», ma con «una traiettoria nitida» con «la priorità della crescita economica» e risposte «a partire da caro energia, sostegno a fasce sociali più deboli, nonostante ristrettezza di tempi e risorse». Meloni, quindi, ha ricordato l’attenzione del governo sia per i redditi bassi sia «per le categorie produttive e i corpi intermedi», sottolineando che è «avviato già tavolo di confronto che vogliamo portare avanti per tutto il mandato».
L’intervento di Giorgia Meloni all’Assemblea di Confindustria Veneto Est
«Abbiamo bisogno delle energie migliori di questa nazione, Confindustria sono certa sarà protagonista di questo percorso. Le porte del governo saranno sempre aperte», ha aggiunto Meloni, sottolineando che «nessuno meglio di chi fa impresa sa quanto conta il rispetto degli impegni presi, noi vogliamo rispettare gli impegni presi con i cittadini italiani».
«Non c’è welfare, se a monte non c’è chi genera ricchezza», ha quindi ricordato il premier, rivendicando la «visione sociale» della manovra e chiarendo che il governo è pronto a intervenire sulle accise «se ce ne fosse la necessità». L’Italia, ha aggiunto il premier, deve ricominciare a produrre energia e deve avere una strategia industriale, «una cosa che questa Nazione non ha da troppo tempo». «Dobbiamo scegliere e concentrare le risorse su quegli obiettivi», ha proseguito Meloni, ribadendo che «mi assumerò la responsabilità delle scelte, anche se costa da un punto di vista elettorale». Avanti, dunque, sulla riforma del reddito di cittadinanza, una «misura di buonsenso, che – ha avvertito Meloni – difenderemo dall’attacco frontale