Le cifre dell’evasione fiscale in Italia “sono impressionanti”. La manovra deve tener conto della famiglia, “ganglio vitale della società” e “la politica in generale deve ritrovare e coltivare il rapporto con la gente”. Dai microfoni di ‘Radio Anch’io’ il cardinale Angelo Bagnasco illustra il pensiero dei vescovi italiani sulla crisi economico-politica che sta coinvolgendo non solo l’Italia ma anche quei “paesi che sono stati i primi della classe ora si trovano in seria difficoltà”. Da Madrid, il presidente della Cei, parlando della manovra di ferragosto, esorta i politici italiani a porre al centro della loro azione la famiglia. “Se non è al centro della politica generale, la persona e la famiglia grembo naturale della vita, la società non avanza, in Italia – precisa Bagnasco – lo abbiamo visto in modo particolare perché anche dentro la grande crisi la famiglia si rivela ganglio vitale, cellula fondamentale, ripeto che in Italia questo è sempre stato, grazie e a Dio e grazie alla nostra storia, non perdiamo – ha chiesto Bagnasco – questo punto fermo”. Il capo dei vescovi italiani si dice impressionato nel leggere le cifre dell’evasione fiscale italiana. E richiama tutti al dovere di contribuire, attraverso le tasse, alla vita pubblica e sociale. “La chiesa e i pastori, – ha aggiunto – non devono porsi dentro le questioni tecniche, ma rimanere a quel livello di richiamo spirituale ed etico che fa parte della nostra missione, e far appello alla coscienza di ciascuno perché anche questo dovere possa essere assolto da tutti, non senza però rivedere gli stili di vita”. Il presidente della Cei e arcivescovo di Genova è preoccupato del rapporto politica-cittadini in Italia. “La politica in generale – è il monito di Bagnasco- deve ritrovare e coltivare il rapporto con la gente”. “Nel momento in cui la politica si distacca e si rinchiude dentro le proprie dinamiche e le proprie logiche – ha avvertito Bagnasco – la gente sente di essere abbandonata dal mondo politico”. E da vero politologo indica la strada ai politici di professione per far riacquistare agli elettori la fiducia nelle Istituzioni. “Bisogna che la gente torni ad avere la sensazione, la percezione che il mondo della politica, e la Chiesa ha sempre considerato la politica come forma alta di carità, che i politici coltivino sempre di più il senso del bene comune, che è il bene generale, non è il bene particolare, è il bene di tutto il Paese, soprattutto a partire da chi è più debole, da chi è più giovane perché ha la vita davanti, quindi ha più insicurezze, deve costruire il futuro”. “Se la gente non recepisce che il mondo della politica pensa alla gente e non pensa a degli interessi particolari o personali – conclude Bagnasco – sarà difficile ritrovare quell’armonia sociale e politica che tutti auspichiamo”.