Manovra, Di Maio attacca: ‘Testo manipolato. Denuncerò il fatto alla Procura’

La Manovra continua a far discutere. Luigi Di Maio in un’intervista a ‘Porta a Porta’ ritorna sulla pace fiscale con parole molto dure: ‘Il testo arrivato al Colle è stato manipolato. Domani presento denuncia alla Procura della Repubblica’. Ma il Quirinale smentisce il vicepremier: ‘Il testo del decreto legge in maniera fisica non è mai arrivato’.

Secondo il ministro del Lavoro ‘all’articolo 9 del decreto fiscale c’è una parte che noi non abbiamo concordato nel consiglio dei ministri. Una sorta di scudo fiscale per i capitali all’estero e una non punibilità per chi evade. Questo testo non lo voteremo mai in Parlamento, non vogliamo aiutare i mafiosi’.

Luigi Di Maio non pensa a manipolazioni da parte della Lega: ‘Non so se sia stata una manina politica o tecnica comunque domani presenteremo una denuncia alla Procura. Tengo ad escludere responsabilità della maggioranza perché mi fido delle altre persone. In questo governo – riporta il sito di Repubblica – stanno succedendo cose strane e per questo spero di chiarire le cose il prima possibile’.

Il vicepremier ha confermato la sua fiducia nella Lega: ‘Giorgetti? Non mi permetterei mai a sospettare di lui. In passato hanno già provato a farci dei giochetti con il decreto Dignità ma non ci sono riusciti. Abbiamo tanti nemici e quindi tutto ciò non mi sorprende’.

Parole dure da parte del leader del M5s che ha l’intenzione di dare un nome e un cognome alla persona che dovrebbe aver manipolato il testo.

‘Venerdì torno a Roma e si chiude. Abbiamo approvato un testo in Cdm, quello deve essere’. Queste le dichiarazioni del premier Giuseppe Conte sul dl fisco, al centro della polemica dopo le dichiarazioni di Luigi Di Maio, il quale ha fatto sapere che il testo del decreto fiscale sarebbe stato manipolato da una manina tecnica o da una manina politica.

 Le accuse di Di Maio sembravano rivolte a Giorgetti ma, dopo la smentita dello stesso vicepremier, non si esclude che i sospetti del vicepremier possano essere ricaduti sul ministro Tria.

 Il caso, come dicevamo,  è relativo a un comma dell’articolo Nove, cui sarebbero state aggiunte due righe che non erano presenti al momento della verifica al Consiglio dei Ministri. Proprio queste aggiunte rappresenterebbero la giustificazione legale a un condono che il Movimento Cinque Stelle, come ripetuto a più riprese, non è intenzionato a concedere.

Dalla Lega fanno sapere che non ci sarebbe stata nessuna manina e che il testo è quello analizzato nel corso del vertice. I rapporti tra le due ali del governo sarebbero al momento particolarmente complicati, al punto che nella serata di ieri Matteo Salvini non abbia risposto alle diverse chiamate di Luigi Di Maio. Di Maio sembra comunque intenzionato ad andare fino in fondo alla vicenda.

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