Sulla manovra “sentiamo il peso di questa responsabilità”. Lo dice Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia Diretta, a Radio Cusano Campus. “E’ evidente che le politiche economiche degli ultimi anni sono state fallimentari – aggiunge – Noi stiamo ancora subendo gli effetti della crisi del 2008, gli Usa ci sono già usciti e ci sono usciti immettendo liquidità nel sistema, abbassando le tasse e facendo investimenti pubblici. Draghi? Come Stato, è vero che siamo oggetto di possibilità attacchi speculativi della finanza attraverso lo spread, ma questo deriva dal fatto che noi come Europa non abbiamo una banca centrale che garantisce l’acquisto dei titoli di Stato. A causa di regole che ci siamo dati come Europa, noi abbiamo sottoposto gli Stati europei al rischio di dover fare le politiche sulla base degli umori del mercato. Non è che possiamo accettarla questa cosa in maniera acritica. Anche gli italiani ci hanno chiesto una politica più coraggiosa rispetto a questi temi, noi lo stiamo facendo, con grande senso di responsabilità. Non siamo folli economicamente come qualcuno vuole far credere. Se noi fossimo folli, negli ultimi sei anni sarebbero stati dei pazzi visto che hanno fatto il deficit più alto di quello che abbiamo fatto noi”.
Quanto alle critiche per i festeggiamenti sul balcone. “Capisco le critiche di chi dice che festeggiamo troppo, magari non sanno che quello che abbiamo realizzato è un sogno, frutto di tante battaglie. Vedere il reddito di cittadinanza e gli altri provvedimenti della manovra nero su bianco ci ha dato un entusiasmo vero, non è che è finto” ha spiegato Fraccaro. Sulla democrazia diretta, ha spiegato, “il M5S è nato perché noi proponevamo questi temi e vedevamo le porte chiuse da parte dei politici. Siamo stati costretti ad entrare in politica, perché le firme per le leggi di iniziativa popolare che raccoglievamo ai V-Day venivano messe in un cassetto. Spesso noi siamo additati come quelli del No e invece noi siamo nati proprio per i no degli altri. La democrazia diretta non è nulla di rivoluzionario, nel senso che non è qualcosa che abbiamo inventato noi”.
“Abbiamo studiato quello che succedeva in altri Paesi del mondo, come l’Oregon, la California, la Svizzera. In questi Stati i cittadini non devono solo votare un rappresentante, ma hanno anche degli strumenti di controllo durante la legislatura che obbligano i governanti a fare alcune cose altrimenti i cittadini possono farle attraverso dei referendum. Se in questi anni avessimo avuto questi strumenti non staremmo ancora a discutere di conflitto di interesse o di acqua pubblica perché sarebbero leggi già realizzate. Credo che debba essere integrato il rapporto tra cittadini e istituzioni. Nella nostra proposta, che guarda al modello svizzero, lo strumento del referendum propositivo il parlamento ha un ruolo centrale perché il parlamento può approvarla così com’è, oppure attraverso una mediazione parlamentare può elaborare un altro testo. Se quest’opera di mediazione non soddisfa i cittadini, la proposta passa a un referendum. Il referendum non avviene prima di 2 anni di discussione quindi è una decisione ragionata. L’unico modo per crescere come società e come individui è responsabilizzarli”, ha concluso Fraccaro.