La Manovra è stata chiusa dal governo, con Conte che la difende respingendo la narrazione delle microtasse. Ma Italia Viva e M5s già mettono le mani avanti, promettendo che i balzelli verranno rivisti in Parlamento. A far discutere è il nuovo regime che colpirebbe dipendenti con auto aziendale per uso promiscuo. L’aumento della tassa su tali vetture sale dal 30 al 60% del valore del “fringe benefit” e al 100% solo per le auto superinquinanti.
Il viceministro allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni (M5s), invita a migliorare la norma e punta anche il dito contro “100 milioni di euro aggiuntivi per le indennità accessorie dei dirigenti dei ministeri”, dicendosi “certo che sia uno scherzetto di Halloween”. Il Pd, tramite il vicesegretario Andrea Orlando, fa sapere che in Parlamento la norma verrà rimodulata in base al grado di inquinamento del veicolo e per fare in modo che non gravi in maniera eccessiva sulle tasche dei lavoratori.
Il capo politico del M5s Luigi Di Maio rivendica l’ abolizione del superticket, il mantenimento del regime forfettario per le partite Iva, la cedolare secca per gli affitti a canone concordato al 10%. Su Quota 100, rivolgendosi a Italia Viva di Renzi che ne chiede l’abolizione, ribadisce che fin quando il Movimento 5 Stelle sarà al governo, la norma resterà intatta. Il leader di Iv, Matteo Renzi sostiene invece che “passi avanti per evitare l’aumento dell’Iva e tasse su cellulari, gasolio, case” sono dovuti alla sua formazione. Ma non finisce qui: nella discussione parlamentare Italia Viva si impegnerà contro Sugar e Plastic Tax e, ovviamente, sulle auto aziendali.
Il Pd risponde con una nota che non cita esplicitamente Renzi, ma se la prende con chi, “non solo a destra”, agita “uno spauracchio del tutto infondato” sui piccoli balzelli. Il premier Giuseppe Conte si dice peraltro aperto a modifiche, a patto però di trovare coperture alternative. Quindi sottolinea che sulla manovra “circolano molte inesattezze”, e “le bugie hanno le gambe corte”, attacca l’inquilino di Palazzo Chigi, sostenendo che i cittadini si renderanno conto della realtà guardando le buste paga l’anno prossimo.
Di questo, e di molto altro, si parlerà nel vertice coi sindacati convocato a Palazzo Chigi per lunedì. I rappresentanti dei lavoratori, però, fanno già capire di non apprezzare la mini-rivalutazione delle pensioni, che viene definita “un’elemosina”.