I sindaci italiani, di destra e sinistra, sono scesi in piazza per protestare contro i tagli agli enti locali previsti dalla manovra correttiva approvare ieri dal Parlamento. Da Torino a Roma le parole dei primi cittadini sono sempre le stesse. “Se non cambia la manovra non saremo più in grado di garantire i servizi ai cittadini”. Simbolicamente in molte città sono stati chiusi gli uffici dell’anagrafe e i sindaci, indossata la fascia tricolore, si sono ritrovati in piazza a distribuire volantini ai cittadini, in cui si spiegano i motivi della protesta indetta dall’Anci. A Roma, il sindaco Gianni Alemanno si è presentato davanti alla sede del I Municipio della Capitale dove, in maniera simbolica, ha chiuso l’ufficio Anagrafe e Stato civile dopo aver rimesso entrambe le deleghe con una lettera inviata a Prefetto e ministero dell’Interno. Per spiegare le ragioni di questa singolare protesta, il sindaco ha scritto, e distribuito in strada, una lettera ai romani. “Se la manovra va avanti così rischiamo o di non trovare più bus e tram alle fermate o di pagare i biglietti 5 euro – ha scritto il sindaco – Rischiamo di dover abbandonare assistenza agli anziani e asili nido e se la manovra non cambia Roma capitale l’anno prossimo non potrà fare nessun investimento, neanche per mettere a posto i marciapiedi”. “Nella Capitale ci sono 235 cantieri aperti, se non verranno erogati i fondi rischiamo di dover chiudere i lavori. Ci auguriamo comunque che il governo risponda al più presto, vogliamo vedere atti concreti, al contrario, la protesta di tutti i sindaci d’Italia continuerà”. Anche Piero Fassino ha fatto volantinaggio davanti all’anagrafe per protestare contro la finanziaria. “Non vogliamo peggiorare la qualità della vita dei nostri cittadini’’. Ma i “tagli decisi dal governo –dice il sindaco- sono insostenibili e la città di Torino rischia seriamente di non essere in grado di garantire i servizi essenziali ai cittadini”. A Venezia 30 su 44 sindaci della provincia si sono dati appuntamento in Piazza San Marco per protestare. Il diktat di Umberto Bossi è stato rispettato. Nessun sindaco leghista del Veneziano si è presentato in Piazza San Marco. ”Secondo un primo calcolo Venezia è fra le città più colpite da questa manovra economica: ad ogni veneziano, nel 2012, costerà oltre 300 euro”, ha detto il sindaco Giorgio Orsoni che ha capitanato la manifestazione nel capoluogo lagunare. Tutti i sindaci della provincia di Firenze hanno aderito alla protesta organizzata dall’Anci contro i tagli agli enti locali stabiliti della manovra del Governo. E larghissima è la partecipazione in tutta la Toscana, con rare eccezioni. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha scritto una lettera ai meneghini per spiegare le conseguenze dei tagli agli enti locali contenuti in manovra.