Nessuna revisione del sistema pensionistico in finanziaria e riduzione dei tagli agli enti locali. La Lega Nord detta la sua linea a meno di ventiquattro ore dall’inizio della discussione della manovra al Senato. Sulle pensioni valgono i termini stabiliti del decreto varato dal consiglio dei ministri il 13 agosto scorso e per il Carroccio non si torna indietro. “Le norme relative alla previdenza contenute nel decreto legge 138 sono idonee e non suscettibili di modifica vista l’intesa raggiunta a riguardo tra l’on. Umberto Bossi e l’on. Silvio Berlusconi”, sintetizza la linea della Lega il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli. E’ lo stesso esponente dell’esecutivo Berlusconi che in una nota indica i punti approvati dalla segreteria politica della Lega Nord riunitasi oggi a Milano per discutere gli emendamenti alla manovra finanziaria. Tre punti per dire no ad un intervento sulle pensioni, sì alla riduzione ai tagli agli enti locali e alla lotta all’evasione fiscale. “La segreteria politica della Lega Nord, presieduta dal segretario federale, on. Umberto Bossi – scrive in una nota il ministro Calderoli – riunitasi in giornata odierna nella sede di via Bellerio, ha deliberato i seguenti correttivi che la Lega Nord intende presentare come proposte per la manovra: 1) Le norme relative alla previdenza contenute nel decreto legge 138 sono idonee e non suscettibili di modifica vista l’intesa raggiunta a riguardo tra l’on.Umberto Bossi e l’on. Silvio Berlusconi”, prosegue il comunicato, “2) L’assoluta necessità di un ridimensionamento dell’intervento sulle autonomie locali – si legge ancora – 3) Una proposta incisiva ed equa per sconfiggere la grande evasione fiscale e conseguentemente reperire risorse per lo sviluppo del Paese”. Il decreto legge n. 138/2011 al quale fa riferimento il ministro Calderoli, in materia di pensione prevede lo slittamento di un anno delle pensioni degli insegnanti che matureranno il diritto pensionistico dal 1/mo gennaio 2012 e l’anticipazione all’anno 2016 dell’aumento graduale dell’età delle lavoratrici del settore privato quale requisito anagrafico per il diritto alla pensione di vecchiaia. In assenza di modifiche legislative, la decorrenza del pensionamento di anzianità con il requisito di 40 anni di contribuzione risulta fissata aggiungendo al periodo di 12 mesi l’ulteriore periodo di 3 mesi, previsto nella precedente manovra per l’anno 2014. Alla riunione della segreteria politica hanno partecipato, oltre a Bossi, Calderoli, Maroni, i governatori di Piemonte e Veneto, Roberto Cota e Luca Zaia, il capogruppo al Senato, Federico Bricolo, i segretari di Lombardia, Veneto ed Emilia, la responsabile federale degli Enti Locali, Maria Piera Pstore e il capogruppo leghista al Parlamento europeo, Francesco Maria Speroni. Assenti il capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni, e la vicepresidente del Senato Rosi Mauro.
Riprova
Legge Bilancio 2025, Vietri (FdI): “Con il Governo Meloni più aiuti alle famiglie”
“Le famiglie e la natalità continuano ad essere una priorità del Governo Meloni”. Lo dichiara, …