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Rivalutazioni delle pensioni, di cosa si tratta? Gli assegni delle categorie previdenziali e assistenziali, come ogni anno, sono adeguati attraverso un meccanismo di indicizzazione o perequazione automatica (o anche rivalutazione) delle pensioni: si tratta della differenza tra l’indice dei prezzi dell’anno precedente e quello attuale.
Negli ultimi anni non si è applicata al 100% su tutti gli assegni ma in maniera inversamente proporzionale al valore della pensione. La causa risiede nell’effetto di varie norme di legge che hanno cercato di limitare l’aumento della spesa complessiva.
Facciamo un esempio: nel caso dell’inflazione 2023 pari all’8,1%, solo gli assegni che non superano il quadruplo della pensione minima sono effettivamente aumentati dell’ 8,1%.
Il Parlamento ha tra le mani una versione della manovra che conferma lo schema già adottato quest’anno che limita la rivalutazione per i trattamenti sopra i 2.270 euro lordi mensili. Comprimendo però ulteriormente (dal 32 al 22% del tasso di inflazione) l’adeguamento per coloro che percepiscono più di 5.680 euro lordi al mese: parliamo di oltre dieci volte il mininmo Inps, la fascia più elevata.
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Novità sull’importo elevato delle pensioni. È stato inserito un elemento nuovo che si può leggere nella bozza della legge di bilancio 2024 che si appresta a essere discussa nei prossimi giorni in Parlamento. La modifica, insomma, concerne esclusivamente la classe di importo superiore a dieci volte il trattamento minimo Inps, per le quali viene fissata l’aliquota di rivalutazione del 22%, invece che del 32% come nel 2023.
Come nel 2023 le pensioni piu basse come detto sono aumentate dell’8,1%, pari alla differenza tra tasso Istat 2023 e 2022, per il 2024 si stima un indice ISTAT del 5,6% rispetto quest’anno. I trattamenti pensionistici saranno perciò rivalutati da un minimo dell’1,232% al 5,6%, tasso di inflazione stimato di riferimento.
La tabella
La tabella della rivalutazione delle pensioni a partire da gennaio 2024:
pensioni fino a 4 volte il minimo – rivalutazione del 100%
pensioni da 4 a 5 volte il minimo (cioè fino a 2.626,90 euro) – rivalutazione dell’85%
pensioni da 5 a 6 volte il minimo (fino a 3.152,28 euro) – rivalutazione del 53%
pensioni da 6 a 8 volte il minimo (fino a 4203.04 euro) – rivalutazione del 47%
pensioni da 8 a 10 volte il minimo (fino a 5.253,80 euro) – rivalutazione del 37%
pensioni oltre 10 volte il minimo (ovvero da 5.254 euro lordi in su) – rivalutazione del 22%
Le fasce
Ma quanti pensionati rientrano nelle varie fasce? Secondo la relazione tecnica alla manovra:
– i pensionati che percepiscono pensioni fino a quattro volte il minimo, sono il 54,1% del totale
– le pensioni di importo tra quattro e cinque volte il minimo sono il 15,7%,
– le pensioni di valore superiore a cinque volte il minimo rappresentano il 7,7%
– quelle di importo tra cinque e sei il 9,3%,
– quelle di importo tra tra sei e otto il 9,0% e
– quelle oltre otto e fino a dieci volte il minimo sono il 4,2%