Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi, Roma, 11 febbraio 2016. ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI-TIBERIO BARCHIELLI +++ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING+++

Manovra: ‘Più fondi a Sanità e chiusura Equitalia’

‘La manovra per il 2017 sarà di 26,5 miliardi di euro ed è fatta di 6 capitoli, il più importante è la competitività,  sulla quale ci sono 20 miliardi in più anni’. Il premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri, presenta così la legge di Bilancio, annunciando anche di aver approvato un dl che interviene sull’obiettivo del governo di chiudere la parentesi di Equitalia aprendo un capitolo nuovo: ‘I nostri dati dicono che la crescita sarà all’1,1 -1,2, noi lasciamo l’1 in modo molto signorile per evitare polemiche dando per scontato che con il deficit al 2,3 è probabile che la crescita sarà più corposa’.  L’Italia non va ancora bene,  dice, ma dopo due anni e mezzo va un po’ meglio di prima, non siamo contenti, abbiamo fame di risultati positivi ma Italia va meglio. Passo dopo passo. La filosofia della stabilità 2017 è merito e bisogno, tenere insieme competitività ed equità, dare una chance a chi ci prova e una mano a chi non ce la fa. Nel decreto legge c’è un miliardo di euro per le piccole e medie imprese, spiega Renzi, sottolineando come le risorse arrivino dal fondo presidenza e non siano dunque utilizzati per la campagna del referendum. Non pensiamo alle stock option dei banchieri,  aggiunge,  ma alle Pmi che non hanno i finanziamenti. Gli investimenti pubblici aumenteranno invece di 12 miliardi in 3 anni, di 2 miliardi nel 2017, 4 nel 2018 e 6 nel 2019. 1,9 miliardi andranno per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, per le forze armate, la polizia e le nuove assunzioni. Il fondo di Sanità sarà di 2 miliardi in più.  Spazio poi al Welfare: ‘Abbiamo chiuso un accordo con il mondo dei pensionati, avevamo chiuso a 6 miliardi ed invece sono 7 nel triennio’,  illustrando i fondi per l’Ape e le pensioni basse nella manovra. Renzi rivendica poi di non aver tagliato la sanità: ‘Il fondo sarà di 113 miliardi. Sulla sanità non abbiamo mai tagliato e non iniziamo a farlo adesso, ci sono due miliardi in più’. Quanto all’istruzione, spiega il premier, nella manovra c’è 1 miliardo in più su scuola e università, non solo per i decreti legislativi per la buona scuola,  ma anche per un intervento per le scuole non statali, per le materne paritarie,  e per quelle che hanno insegnanti di sostegno e che hanno numero di disabili rilevante. Nella manovra 2017, dice Renzi, ci sono 600 milioni sulla famiglia con misure del ministro Costa. E’ un piccolo segnale verso un grande investimento sulla famiglia e sui figli che faremo nel 2018 con la modifica dell’Irpef. L’impegno finanziario per l’accoglienza migranti, invece, vale lo 0,2% e sarà fuori dal Patto,  e dal 2016 i sindaci che al 15 ottobre accolgono sul territorio i migranti avranno riconosciuto un contributo specifico di 500 euro una tantum a migrante, che permetterà di dimostrare che lo Stato gli è riconoscente.  Il premier parla poi delle coperture. La manovra potrà contare su 2 miliardi in arrivo dalla voluntary disclosure.  Si tratta, aggiunge, di un intervento che non ha alcun elemento nemmeno lontanamente assimilabile a un condono. Quattro miliardi, invece, vengono dall’operazione Equitalia, che porterà a consentire non la rottamazione delle cartelle, chi deve pagare paga, ma a non pagare smisurati interessi e more che erano previste dalla filosofia da cui Equitalia partiva. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan parla poi dei rapporti con l’Unione europea e delle prossime scadenze: ‘All’inizio della prossima settimana invieremo il Draft Budgetary Plan alla Commissione, che fornirà il suo giudizio in un paio di settimane. I rapporti sono sempre molto fruttuosi, se ci sono problemi cerchiamo di vederli prima piuttosto che dopo.   La flessibilità non c’è più e c’è attenzione alle spese per eventi eccezionali: il sisma per quanto riguarda l’Italia e la questione migrazione che è un problema europeo’.

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