L’unità d’intenti ritrovata sul condono e la determinazione a tenere duro nonostante la bocciatura Ue non devono trarre in inganno: il governo è sì intenzionato a tenere la barra dritta su legge di Bilancio e deficit, ma ha anche pronto un piano B nel caso in cui i mercati dovessero effettivamente inziare a picchiare duro e lo spread aumentare oltre i livelli di guardia. Nello specifico una “rimodulazione” del reddito di cittadinanza e di quota 100 per la pensione e l’ipotesi di trattare con la Ue.
Un po’ tutti i protagonisti della compagine governativa adombrano la possibilità di limitare le misure di spesa se i mercati dovessero mostrare la faccia feroce. Non faremo alcuna patrimoniale, né prelievo sui conti, dice Salvini. Ci può essere semmai una rimodulazione delle misure previste. Essendo persone responsabili viaggiamo con la ruota di scorta. E il premier Conte: “Sullo spread non posso garantire, siamo però disponibili a valutare un contenimento della spesa.
Le dichiarazioni concilianti di Salvini, Di Maio e Conte e la lettera inviata dal ministro Tria a Bruxelles puntano a evitare proprio l’escalation del differenziale. Ecco così il leader pentastellato promettere ‘confronto e dialogo’ con la Commissione. Ecco Salvini dirsi pronto a incontrare perfino gli odiati Juncker e Moscovici. E Tria mettere nero su bianco: ‘Qualora i rapporti deficit-Pil e debito-Pil non dovessero evolvere in linea con quanto programmato, il governo si impegna a intervenire adottando tutte le misure necessarie’.