Manovra: rispunta la tassa per chi viaggia in aereo

Introdurre una tassa d’imbarco da far pagare a chi viaggia in aerei che partono da aeroporti situati sul territorio di città metropolitane. E’ quanto prevede un emendamento al decreto legge fiscale, presentato dal capogruppo Pd in commissione Bilancio al Senato, Giorgio Santini.

Ne avevamo già parlato a settembre 2015, quando la tassa sui viaggi era un’ipotesi per finanziare le città metropolitane. Ora siamo a livello di emendamenti per la legge di Bilancio, nominalmente la misura dovrebbe essere ancora legata a investimenti nei settori relativi alle funzioni fondamentali delle città metropolitane.

 L’emendamento PD infatti è destinato ad alimentare un gettito per investimenti nei settori relativi alle funzioni fondamentali delle città metropolitane, come la dotazione infrastrutturale dei territori, o per evitare il default dell’ente locale. A pagarne le conseguenze, ovviamente, i passeggeri che vedrebbero lievitare i costui delle tariffe. La misura prevede 1 euro per l’imbarco e 1 euro per lo sbarco. Il balzello di due euro può raddoppiare se la destinazione è anch’essa una città metropolitana.

Assaeroporti, Iata, Assaereo e Ibar spiegano la loro contrarietà a questo ‘ennesimo balzello’ in una nota congiunta per dire ‘no’: ‘Gli emendamenti 1.0.4, 11.0.33 e 19.0.26 presentati al decreto legge collegato alla manovra di bilancio ci pongono di fronte all’ennesimo tentativo di imporre sul trasporto aereo, settore che genera un contributo diretto al Pil nazionale del 3,6% , un ulteriore tributo che ricadrà direttamente sui passeggeri aerei degli aeroporti delle città metropolitane, rafforzando lo squilibrio competitivo a favore del trasporto ferroviario non soggetto a tale prelievo’.

L’intera filiera del trasporto aereo, rappresentata dalle Associazioni Iata, Assaeroporti, Assaereo ed Ibar, chiede quindi al Governo di non approvare gli emendamenti proposti per non incrementare ulteriormente le tasse in un settore importantissimo per lo sviluppo del Paese e che, ogni giorno, deve potersi confrontare in modo competitivo con l’economia globale. Una ulteriore tassa,  spiegano,  che potrebbe aumentare il costo del biglietto fino a 4 euro a passeggero per un viaggio di andata e ritorno e che si aggiungerebbe a quelle già esistenti, aventi finalità spesso del tutto estranee al trasporto aereo.

 

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