Manovra, scontro nel governo sull’Iva. Il M5S: “No alla rimodulazione”

Manovra, il Movimento 5 Stelle contro la rimodulazione dell’Iva. L’approvazione della Nota di aggiornamento del Def non ha spento le polemiche all’interno del governo sulla manovra. Anzi. La maggioranza giallorossa continua a discutere sulla rimodulazione dell’Iva, un termine che nasconde alcuni possibili ritocchi al rialzo poco graditi ai pentastellati e ai renziani.

 “Ancora oggi sui giornali sentiamo parlare di ‘rimodulazione’ dell’Iva. Lo ribadiamo per l’ennesima volta: no a giochini e giri di parole, l’Iva non deve aumentare. Questo governo nasce su due principi fondanti: il blocco dell’iva e il taglio dei parlamentari. Se uno dei due viene meno, allora si perde il senso di questo governo“, hanno dichiarato fonti del Movimento 5 Stelle come riportato dall’Ansa.

Parlando ai microfoni de la Stampa, Laura Castelli, vice ministro all’Economia, ha parlato della questione Iva evidenziando le zone d’ombra presenti nel Def. “Nel Def c’è scritto chiaramente che gli aumenti dell’Iva saranno sterilizzati, ma il dibattito innescato sull’Iva dimostra che il problema esiste. Non è ragionevole che sulle patatine fritte ci sia l’imposta al 4%. O che sia al 10 quella sui prodotti da collezione. Tabù non ce ne devono essere, su nulla. Se il Parlamento riterrà opportuno fare un dibattito durante l’iter della Finanziaria, è liberissimo”.

 Francesco Boccia sembra andare invece in una direzione diversa se non addirittura contrastante. “Rimodulazioni sull’Iva si faranno perché oggi in questa imposta ci sono situazioni ingiuste. Bisogna rimettere a posto il catasto entro la legislatura, sebbene non in questa legge di bilancio, è un dovere. Chi vive a Centocelle ha il diritto di pagare in proporzione molto meno di chi vive in via Condotti. O spacciamo tutte le case come uguali? Siamo la sinistra non la destra“.

iSulla questione, nel tentativo di portare un po’ di chiarezza, è intervenuto anche Palazzo Chigi con una nota che non nasconde l’irritazione di Giuseppe Conte per le insinuazioni e le esternazioni di Renzi e Di Maio. Il governo non avrebbe mai pensato ad aumenti dell’Iva fini a sé stessi ma aveva ideato un piano di bonus e malus legati all’uso delle carte o dei contanti.

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