Nuovi sostegni per arginare il caro bollette e un bonus benzina volto a calmierare la corsa dei prezzi dei carburanti. Ma anche una ulteriore stretta sul superbonus salvaguardando, tuttavia, i condomini con lavori già avviati. Questa la sfida del governo per aiutare i redditi bassi. In vista del difficile lavoro di preparazione della manovra – che richiede di risolvere il nodo del superbonus e del negoziato sul nuovo Patto di Stabilità – bisogna, tuttavia, fare i conti con le risorse realmente disponibili che sono poche e richiedono di concentrarsi sulle priorità. Il primo momento di confronto sulla manovra è in programma per oggi con la riunione dei capigruppo di maggioranza a Palazzo Chigi in cui la premier Giorgia Meloni dovrà mediare tra le richieste dei partiti.
Taglio del cuneo fiscale, sostegno ai redditi più bassi, attenzione massima alle famiglie e alla natalità. Pochi ma certi i capisaldi della manovra allo studio del governo. FdI guarda con attenzione anche alla Sanità dove la spesa, oltre a essere aumentata, può anche essere “razionalizzata” con l’obiettivo di abbattere le liste di attesa. “Ho letto ricostruzioni fantasiose, sono un po’ come i giornali sportivi tra luglio e agosto. Saremo unanimi, concordi, seri e concreti, abbiamo davanti 4 anni abbondanti e ci sono dei progetti su pensioni, flat tax, taglio delle tasse alle imprese che porteremo avanti. Questa è una delle manovre che faremo, l’obiettivo comune sarà mettere soldi per l’aumento di stipendi e pensioni e la conferma del taglio del cuneo. Siamo in totale sintonia con Giorgia Meloni” ha spiegato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, a Rtl 102.5. “L’obiettivo comune della manovra – ha proseguito – sarà mettere i soldi che ci sono per l’aumento di stipendi e pensioni, non ci saranno sbavature“. Parole con le quali Salvini sembra dare per assodato che, a questo giro, non sarà possibile piantare bandierine. Se il finanziamento del Ponte sullo Stretto, che Salvini vuole avviare assolutamente nel 2024, con ogni probabilità, arriverà, appare impossibile, invece, che veda la luce la famosa quota 41 per il pensionamento. Il ministero lavora per confermare e magari rafforzare almeno gli attuali regimi, da quota 103 agli anticipi per i lavori usuranti e gravosi. Alle pensioni guarda anche Forza Italia, che porta avanti la sua trentennale battaglia per aumentare le minime. L’ambizione è quella di portare gli assegni degli over 75, già aumentati lo scorso anno, almeno a 700 euro.
La coperta è corta e il problema resta la difficile caccia alle risorse. La verifica si farà con la Nadef entro il 27 settembre ma, tra i ministri, si registrano i primi malumori per i tagli chiesti dal Mef, che tra pochi giorni, entro il 10 settembre, attende di ricevere da tutti le proposte di risparmi. Si guarda con particolare attenzione al tema della sanità, con le opposizioni in pressing per evitare il rischio di nuove sforbiciate. Timori anche per il dossier pensioni. Secondo le proiezioni, servirebbero non meno di 30 miliardi, contro i circa 8 disponibili. Un quadro che non convince i sindacati.
A fine mese scadono i sostegni per il caro bollette, compresa la proroga del bonus sociale. E il governo è già al lavoro per studiare le prossime mosse. “Stiamo valutando la conferma delle misure scattate a luglio“, spiega il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto. Si attende dunque un decreto prima della fine del mese. In cui potrebbe figurare anche il nuovo bonus, destinato a tutte le famiglie senza limiti di reddito, annunciato a marzo.
In cima alle emergenze c’è anche l’aumento dei prezzi della benzina. L’idea cui si lavora resta quella di un bonus carburanti, pensato soprattutto per i redditi più bassi: ci si concentra sull’individuazione dello strumento più adeguato e della potenziale platea e l’interlocuzione avviata nell’ultimo consiglio dei ministri potrebbe prendere un’accelerazione in una delle prossime riunioni.
Riflettori sempre puntati infine sul superbonus, un fardello che pesa sui conti pubblici e che non smette di creare situazioni di difficoltà per famiglie e imprese. L’idea è che questa agevolazione ereditata e tutt’altro che gradita dall’esecutivo diventi uno strumento per “tutelare chi i lavori non se li potrebbe permettere, non chi se li può permettere e magari così non li paga”, sottolinea il sottosegretario all’Economia Federico Freni. In concreto si pensa a riaprire cessioni e sconto in fattura ma solo per i redditi più bassi. Una strada che però presenterebbe qualche difficoltà, osserva Freni: “Se il credito del superbonus fosse cedibile solo da chi ha redditi bassi il problema sarebbe risolto, solo che poi abbiamo dei vincoli anche costituzionali”.