Sarà possibile licenziare senza giusta causa se il sindacato aziendale è d’accordo. E’ quanto previsto da un emendamento alla manovra presentato dalla maggioranza e approvato in Commissione Bilancio del Senato. Le intese sottoscritte a livello aziendale o territoriale possono, dunque, derogare a leggi sul lavoro, comprese quelle sul licenziamento, e alle relative norme contenute nei contratti nazionali. Tre sono i vincoli alla norma: la Costituzione italiana, le norme comunitarie e le convenzioni internazionali sul lavoro. Nuovi poteri alle associazioni “territoriali”. Nel testo approvato in Commissione Bilancio al Senato vengono dati nuovi e più estesi poteri alle associazioni “territoriali”. I sindacati “locali” avranno la possibilità di realizzare specifiche intese “con efficacia nei confronti di tutti i lavoratori interessati” su temi come la “le mansioni del lavoratore, i contratti a termine, l’orario di lavoro, le modalità di assunzione, le conseguenze del recesso dal rapporto di lavoro, fatta eccezione per il licenziamento discriminatorio” e per le problematiche legate alle lavoratrici madri.
Camusso. “Il governo viola la Costituzione”. Le modifiche volute dalla maggioranza sono state duramente criticate dalla Cgil. Per Susanna Camusso “il governo sconfitto sulle pensioni vuole ora distruggere l’autonomia e l’autorevolezza del sindacato e, così come per le pensioni, i segretari di Cisl e Uil non si accorgono di quello che sta succedendo e parlano d’altro”. “Le modifiche volute dalla maggioranza di governo all’articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l’articolo 18, in violazione dell’articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama. Infine – aggiunge il numero uno di Corso Italia – negano il principio di rappresentatività che non può che essere dato dall’iscrizione al sindacato e dal voto dei lavoratori che viene invece escluso dalle modalità previste dall’articolo 8″. Il segretario generale della Cgil definisce “autoritario” il comportamento del governo che interviene sull’autonomia contrattuale delle parti. “Tutto ciò, oltre a confermare le ragioni dello sciopero proclamato dalla Cgil per martedì 6 settembre – conclude la Camusso – dice anche che la scelta esplicita di questo governo è quella di impedire che le parti sociali abbiano un ruolo positivo nel contribuire al superamento della crisi e per favorire la crescita”.