Sui tempi della Manovra, intanto, dopo il vertice di maggioranza alla Camera fonti di centrodestra fanno sapere che è “realistico” il via libera definitivo entro il 29 dicembre. Due le ipotesi esaminate: una per concludere i lavori prima di Natale, se dal Senato arriva l’ok entro il 19; l’altra è arrivare in commissione alla Camera prima del 25 e chiudere tra 27 e 30 dicembre.
Arrivano gli emendamenti annunciati dal governo sulla Manovra. Tra questi, la rimodulazione dei fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto con una riduzione degli oneri a carico dello Stato di 2,3 miliardi (su un totale di circa 11,6 miliardi fino al 2032). Le risorse risparmiate dallo Stato vengono recuperate dal Fondo di sviluppo e coesione: 718 milioni dalla quota del fondo destinata alle amministrazioni centrali e 1,6 miliardi dalla quota destinata alle Regioni Calabria e Sicilia.
Il quarto emendamento della Manovra con la proposta di modifica chr prevede una riduzione degli oneri a carico dello Stato per il Ponte sullo Stretto, pari a 2,3 miliardi (su un totale di 11,6 miliardi al 2032). Le risorse risparmiate dallo Stato vengono recuperate dal Fondo di Sviluppo e Coesione: 718 milioni arrivano dalla quota destinata alle amministrazioni centrali, mentre 1.600 milioni dalla quota destinata alle Regioni Calabria e Sicilia. Fonti di Governo confermano che, tra gli emendamenti che saranno presentati, non è previsto niente sul Superbonus.
Forza Italia rimette sul tavolo la proroga dell’agevolazione al 110% per i condomini. Un tentativo subito stoppato dal Mef, ma che non placa il pressing di una parte della maggioranza: anche Fratelli d’Italia con il senatore, e relatore, Guido Liris propone una soluzione che allenti la stretta sul Superbonus e copra i lavori degli ultimi mesi del 2023, attualmente a rischio di finire rimborsati solo al 70% e non più al 110%.
Tuttavia, ricorda il vicepremier Antonio Tajani, che c’è anche il Milleproroghe. La giornata si apre con un’altra seduta inconcludente della commissione Bilancio del Senato che ancora non inizia l’esame degli emendamenti alla Manovra perché ne mancano alcuni. Un altro ostacolo alla tempistica che rischia di allungarsi fino a Capodanno.
Martedì sera sono arrivati gli ultimi emendamenti del governo, tra cui quello che rimodula i fondi per il Ponte sullo Stretto, sottraendo 2,3 miliardi di euro ai fondi di sviluppo e coesione (Fsc) per alleggerire il conto dello Stato senza toccare lo stanziamento complessivo di 11,6 miliardi. La maggior parte delle risorse (1,6 miliardi) verranno dalla quota di fondi Fsc di Sicilia e Calabria.
Ma al di là dei rischi sui tempi e delle polemiche per il numero elevato di emendamenti dei relatori (si va dalla cedolare secca sugli affitti brevi all’Ucraina e le modifiche sono raggruppate in sei macro aree: demanio e immobili, sociale, investimenti, assunzioni di personale nelle varie amministrazioni, Ucraina e Giubileo, affitti e mutui) è sempre il Superbonus a dominare il dibattito. Il tentativo di sfondamento di Forza Italia, arginato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, non chiude la partita. Per adesso sbarra soltanto una strada, quella della proroga dei termini: il 31 dicembre è l’ultimo giorno utile per produrre fatture rimborsabili al 110%. Dal 1 gennaio, i lavori saranno rimborsati al 70%.
Ma dato che le fatture sono rimborsate in blocco solo a ogni stato avanzamento lavori (o Sal) superato, i lavori effettuati negli ultimi mesi del 2023 che non raggiungono la soglia di uno dei tre Sal previsti (30%-30%-40%) rischiano di non rientrare nel 110%. Per aiutare questi condomini che si pensa a un’altra ipotesi, cioè una soglia Sal flessibile (o straordinaria) che copra tutti i lavori degli ultimi mesi dell’anno.
Fondo mutui prima casa, priorità alle famiglie numerose Per l’anno 2024 per “supportare l’acquisto della prima casa da parte di famiglie numerose, sono incluse tra le categorie aventi priorità per l’accesso al credito” garantito dal Fondo di garanzia per la prima casa le famiglie con tre figli di età inferiore a 21 anni e un Isee sotto i 40mila euro; quelle con quattro figli e Isee sotto i 45mila e quelle con 5 figli e Isee oltre i 50mila euro annui. Lo prevede un emendamento dei relatori depositato alla Manovra. La garanzia del Fondo è inoltre crescente con il numero di figli: 80% della quota capitale con 3 figli, 85% con 4 e del 90% con 5 figli.
Affitti brevi: cedolare al 21% su una casa, sulle altre 26% Cedolare secca al 21% su una delle case affittate con affitto breve. Per le altre si applica il 26%. “Ai redditi derivanti dai contratti di locazione breve”, si legge nel testo di un emendamento, si applica “l’aliquota del 26% in caso di opzione per l’imposta sostitutiva nella forma della cedolare secca ma l’aliquota è ridotta al 21% per i redditi derivanti dai contratti di locazione breve relativi a una unità immobiliare individuata dal contribuente in sede di dichiarazione dei redditi”.
Prorogato lo stato emergenza per la guerra in Ucraina Lo stato di emergenza dichiarato per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina è ulteriormente prorogato fino al 31 dicembre 2024, ed è autorizzata l’assegnazione di altri 40 milioni di euro al contributo una tantum per il rafforzamento, in via temporanea, dell’offerta dei servizi sociali da parte dei comuni che ospitano i rifugiati ucraini, prevede un emendamento alla Manovra che proroga lo stato di emergenza anche “per l’intervento all’estero, senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica”. Prorogata di un anno anche la validità dei permessi di soggiorno agli ucraini.