Mantovano: ‘Entro 10 ottobre collaudo centri in Albania, poi operativi’

La realizzazione dei centri per i migranti in Albania “come sapete ha incontrato una serie di difficoltà emerse in corso d’opera, per la natura del terreno e per eventi atmosferici sfavorevoli sia nel mese di agosto che qualche giorno fa. Sulla base di quello che ci dicono i tecnici al più tardi entro la prima decade di ottobre l’opera sarà consegnata per i collaudi e dopo qualche giorno potrà essere pienamente operativa”,  afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, rispondendo alla domanda su quando apriranno queste strutture per il trattenimento dei migranti.

Ancora una volta il governo Meloni annuncia una data per l’apertura dei centri per migranti in Albania, rinviata già più volte dallo scorso maggio, quando in teoria, in base agli annunci, avrebbero dovuto già essere operativi. La partenza del progetto era stata poi promessa per agosto, ma l’esecutivo aveva fatto slittare ancora l’apertura per via del caldo e del conseguente rallentamento dei lavori, secondo quanto aveva spiegato il ministro dell’Interno Piantedosi. Ora le strutture in Albania dovrebbero essere pronte.

In vista dell’imminente entrata in funzione dei centri in Albania, stando al cronoprogramma comunicato da Mantovano, in una bozza del decreto legge di riforma dei flussi all’esame ci sarebbero norme per rendere più agevole il trattenimento dei richiedenti asilo. Si stabilisce che il richiedente può essere trattenuto “qualora non abbia consegnato il passaporto o altro documento in corso di validità o non presti idonea garanzia finanziaria, ovvero nelle more del perfezionamento della procedura concernente la prestazione della garanzia finanziaria”.

La stretta sul trattenimento dei migranti nei centri non è l’unica novità della bozza del decreto legge di riforma dei flussi. È in arrivo anche una norma sul coordinamento degli aerei delle Ong impegnati nella ricerca dei migranti nel Mediterraneo, con multe fino a 10mila euro per chi viola le disposizioni: “Gli aeromobili privati, anche a pilotaggio remoto, che, partendo o atterrando nel territorio italiano, effettuano attività non occasionale di ricerca finalizzata o strumentale alle operazioni di soccorso, hanno l’obbligo di informare di ogni situazione di emergenza in mare, immediatamente e con priorità, l’Ente dei servizi del traffico aereo competente e il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo responsabile per l’area in cui si svolge l’evento, nonché i Centri di coordinamento del soccorso marittimo degli Stati costieri responsabili delle aree contigue”, si legge nella bozza del decreto esaminato dal Cdm, in attesa del via libera definitivo.

“Il pilota in comando deve attenersi alle indicazioni operative del Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo responsabile”, altrimenti sarà punito con “la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 2.000 a euro 10.000”.

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