Marco Belviso, presidente del ‘Movimento amici del Nordest per Vannacci’, espulso dall’associazione ‘Il mondo al contrario’

“Il mondo al contrario”, associazione che supporta il generale Roberto Vannacci, sale agli onori della cronaca ‘grigia’ per l’espulsione del giornalista   Marco Belviso,  ex addetto stampa al comune di Udine,  perché secondo i suoi tre esponenti maggiori (Fabio Filomeni, Bruno Spataro e Gianluca Priolo) in un’intervista di Belviso al quotidiano “Il Tempo” avrebbe violato lo statuto de “Il mondo al contrario”.

Belviso, da parte sua,  ha querelato Filomeni, Spataro e Priolo per averlo quasi costretto con toni minacciosi a firmare il documento di espulsione. Vediamo in quest’articolo chi è Belviso e cosa ha detto nell’intervista a “Il Tempo”.

Il 23 settembre 2024 Marco Belviso ha querelato ai Carabinieri il presidente nazionale dell’associazione “Il mondo al contrario” Fabio Filomeni, il segretario Bruno Spataro ed il tesoriere Gianluca Priolo.

Belviso, già direttore de “Il Corsaro della Sera” e de “Il Perbenista“, ha denunciato di aver subito un’”aggressione squadrista” da parte dei tre, che domenica 22 settembre si erano recati a casa sua  per fargli firmare il documento che ne sanciva l’espulsione dall’associazione “Il mondo al contrario”: toni minacciosi, quasi da costringere Belviso a firmare un foglio di cui non sapeva l’esistenza fino a quel momento.

Appena entrati nella sua casa i tre avrebbero assunto toni e atteggiamenti minacciosi: “Mi hanno detto che dovevo stare zitto, fermo e seduto sul divano” ha raccontato  Belviso. I tre gli avrebbero esibito un foglio con carta intestata del movimento ‘Il Mondo al Contrario’, dove si parlava di una riunione avvenuta a Mestre durante la quale il Consiglio di gestione,  composto proprio da Filomeni, Spatara e Priolo,  aveva deciso la sua espulsione dal comitato. Belviso sarebbe stato messo davanti a un bivio: “Volevano che lo firmassi, oppure che rinunciassi alla mia attività giornalistica, cosa che non posso fare perché è il mio lavoro, così mi sono rifiutato”

La situazione si sarebbe sbloccata nel momento in cui è suonato il citofono: i tre si sono allontanati e ad attenderli in strada, stando al racconto della persona amica che ha raggiunto Belviso a casa, ci sarebbe stato un altro uomo in macchina.

Belviso era stato nominato responsabile del Nord-Est (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia-Romagna) per l’associazione che supporta Vannacci.

Allo stesso tempo, Belviso è presidente del “Movimento amici del Nordest per Vannacci”, che il giornalista stesso descrive come un’associazione politica. Filomeni, Spataro e Priolo avrebbero contestato al giornalista di aver espresso una posizione politica in contrasto con l’articolo 3 del regolamento su diritti e doveri degli iscritti.

Cosa ha detto Belviso nell’intervista a “Il Tempo”

L’intervista della discordia che Belviso ha rilasciato a “Il Tempo” si inserisce nel filone di frizioni sotterranee fra le associazioni e i comitati che sostengono Vannacci e la Lega intesa come partito dotato di una storica identità.

Belviso esprime nell’intervista che i leghisti abbandonino le posizioni governative e moderate  a favore di posizioni proprie di politici come Susanna Ceccardi ed Anna Maria Cisint.

Niente più accordi o accomodamenti, ma un’intransigenza dura e pura su immigrazione e postura da tenere dinanzi alle istituzioni europee.

Non è però dello stesso avviso il presidente de “Il mondo al contrario”, che a Sky ha riferito: ‘La questione sollevata dal dottor Belviso riguardo la sua espulsione dal comitato è contenuta, senz’altro aggiungere, nella lettera a lui diretta e consegnata personalmente, con preavviso, correttezza e rispetto, in quanto coordinatore d’area. Ci tuteleremo nelle sedi opportune dalle espressioni lesive della onorabilità propria dell’associazione e dei suoi appartenenti pubblicate a margine di questa vicenda’.

Le tre persone denunciate, ha detto Belviso, sono il presidente de “Il mondo al contrario” Fabio Filomeni, il segretario Bruno Spatara e il tesoriere Gianluca Priolo. La colpa di Belviso? L’intervista al quotidiano Il Tempo in cui ha sostenuto che il generale Roberto Vannacci dovrebbe spostare a destra la linea della Lega, su posizioni ben più estreme di quelle dei governatori Luca Zaia (Veneto) e Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia-Giulia), prima di pensare a fondare un suo partito.

Il presidente del comitato ‘Il Mondo al Contrario’ che sostiene Roberto Vannacci, Fabio Filomeni, ha così replicato alle contestazioni di Belviso: “La questione sollevata dal dottor Belviso riguardo la sua espulsione dal comitato è contenuta, senz’altro aggiungere, nella lettera a lui diretta e consegnata personalmente”. La missiva, ha aggiunto Filimeni, è stata recapitata “con preavviso, correttezza e rispetto, in quanto coordinatore d’area. Ci tuteleremo nelle sedi opportune dalle espressioni lesive della onorabilità propria dell’associazione e dei suoi appartenenti pubblicate a margine di questa vicenda”.

A La Repubblica, lo stesso Belviso ha tenuto a precisare: “Voglio specificare che, per quanto io ne sappia, Vannacci non è coinvolto in questa storia“.

Intanto  la notizia provoca degli scossoni all’interno del comitato stesso. Tanto che martedì sono arrivate le comunicazioni di dimissioni irrevocabili del vicepresidente dell’associazione, Norberto De Angelis: “Per insindacabili motivi personali e per incompatibilità effettiva con un mio progetto in definizione, da oggi mi considero fuori ed esonerato da ogni incarico, ruolo, immagine e quant’altro possa collegare la mia persona al comitato”, scrive De Angelis chiedendo anche “urgentemente di togliere il mio numero di cellulare dalle mail massive del comitato”. Ex giocatore di football americano professionista, dopo un grave incidente stradale, De Angelis diventato atleta paralimpico e lo scorso anno era stato uno dei fondatori del comitato.

Vannacci, nelle more,  lancia il raduno a Viterbo senza il simbolo della Lega ma il leader della Lega, Matteo Salvini, ha provato a spegnere le voci riguardo, per lui e per la Lega,  una rottura con il generale.

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