‘C’erano una cinese, un venezuelano e tre italiani, due giorni fa, a Torino. I primi passeggiavano mano nella mano in Via Nizza, verso le 17:00; gli altri, agenti della Polizia Ferroviaria in borghese, facevano servizio nelle adiacenze della stazione di Porta Nuova. Una ricostruzione dettagliata dell’accaduto è fornita, tra i media, dal ‘Corriere della Sera’ ma, attingendo sia a quella sia a testimonianze più dirette, ho steso un’interrogazione al Ministro dell’Interno che presenterò in Senato. Perché c’è una denuncia d’ufficio dei sanitari del Mauriziano che hanno medicato il violinista e la pittrice: i due giovani fidanzati protagonisti dell’episodio, 30 e 23 anni, che tre ore prima camminavano tranquilli, e un’altra la presenterà il loro legale. Perché ci sono i video dei passanti, decine, che hanno assistito alla scena e documentato tutto con le fotocamere dei telefoni cellulari, increduli che i tre italiani intenti a strattonare e cercare di caricare la coppia di stranieri su un’auto senza contrassegni, potessero essere agenti di polizia, come rispondevano alle proteste degli astanti. Perché nella versione ufficiale della Questura si legge che i due sono stati fermati per un “normale” controllo in quanto si cercavano due ladri con le stesse caratteristiche: LUI SUDAMERICANO e LEI CINESE. Quando si dice che il silenzio è d’oro’.
‘Ironia a parte, da cittadina prima ancora che parlamentare, membro per di più delle commissioni ‘Cultura’ e ‘Segre’, mentre auspico che il lavoro dei magistrati, ma anche l’indagine interna che la Polfer, spero, vorrà disporre, ricostruiscano intera la verità dei fatti, tengo a sottolineare il carattere discriminatorio che l’episodio ha assunto agli occhi dei presenti. Moises Pirela e Yang Yingxiao si sono sentiti prima vittime di una brutale aggressione da parte di malintenzionati, poi di un’azione di forza delle autorità italiane basata su un pregiudizio razziale, e i presenti hanno condiviso questa impressione. Basta questo a generare un danno grave all’immagine e alla credibilità delle forze di polizia, perché la circolazione di stranieri per le vie di Torino, da tempo città multietnica e sede di molti istituti d’istruzione superiore e culturali in genere che attraggono giovani dall’estero, non può diventare pretesto per assumere, nei loro confronti, atteggiamenti discriminatori e punitivi, neppure quando si ritenga necessario accertarne le generalità e lo status. I pregiudizi all’origine della discriminazione e dell’odio razziali sono diffusi in tutto il corpo sociale, nell’intero Paese, ma risultano inaccettabili specialmente quando arrivano, eventualmente, a condizionare l’azione dei tutori istituzionali dell’ordine. Il solo dubbio, rende l’episodio censurabile’, afferma Margherita Corrado (Senato, AC) – Commissione Cultura