La Fondazione Arena di Verona, una delle 14 Fondazioni lirico-sinfoniche italiane, ha violato il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro in materia di assunzioni a tempo determinato, assumendo il personale, per il Festival areniano 2021, senza rispettare le graduatorie di anzianità. Così facendo, alcuni lavoratori di diversi settori artistici e tecnici inseriti nelle citate graduatorie non sono stati contrattualizzati, benché fino al 2020 avessero sempre lavorato per l’Ente, e sono stati costretti a tutelare il proprio diritto di precedenza con una vertenza. Il Tribunale di Verona ha accolto nel merito il loro il ricorso e la Fondazione si è vista costretta a pagare sia i ricorrenti sia quanti hanno lavorato al loro posto, con evidente danno erariale. Ad altri lavoratori era stato invece imposto di rinunciare a diritti già maturati, subordinando la firma del contratto di lavoro a quella di una liberatoria, con ciò rasentando l’estorsione contrattuale. Non paga, è il caso di dirlo, anche per le assunzioni 2022 la Fondazione Arena di Verona ha adottato il medesimo comportamento, “saltando” personale che nel 2021 aveva lavorato e negando l’esistenza stessa di quel diritto di precedenza che fino al 2020 aveva invece rispettato essa stessa. Scientemente va incontro, perciò, ad altre vertenze legali e ad una probabile nuova condanna. Se non bastasse, l’elevata vertenzialità impatta sulla dotazione organica: ora che, per stabilizzare i “precari storici”, è al vaglio dei Ministeri competenti la proposta di una nuova pianta (ex Legge 81/2019), questa prevede un organico di ben 70 amministrativi a discapito dei settori artistici e tecnici, per i quali sono invece proposti numeri non idonei a sanare il precariato e non comprensivi del corpo di ballo. Unitamente ai colleghi senatori Angrisani, Granato e Lannutti, con l’interrogazione n. 3-03453, ho chiesto al ministro Franceschini “quali verifiche abbia attivato nei confronti della Fondazione Arena di Verona il Ministero della cultura, in quanto organo di controllo ed erogatore del FUS, che tipo di conclusioni siano state tratte da tali approfondimenti e come s’intenda garantire che in futuro sia vigilato e, ove occorra, sanzionato l’operato della Fondazione, a tutela dei diritti dei lavoratori, dell’identità culturale e della tenuta economica dell’Ente”.
Margherita Corrado (Senato – Gruppo Cal – Commissioni Cultura e Antimafia)