Con un’interrogazione del 9 febbraio al ministro Franceschini, insieme ai colleghi Angrisani, Granato e Lannutti, ho contestato il fatto che il 26 gennaio scorso la Reggia di Caserta ha pubblicato una manifestazione d’interesse, per proposte di valorizzazione partecipata da realizzare nel semestre giugno-dicembre 2022, senza che, teste il portale istituzionale, le istruttorie dell’analoga iniziativa bandita il 5 settembre 2020 siano mai state concluse. “La violazione degli obblighi di trasparenza dimostrata anche dal caso sopra descritto, unita alla confessione di un percorso amministrativo interrotto unilateralmente per ragioni ‘indicibili’ e perciò nascosta tra le righe della determina del 26 gennaio 2022 a mo’ di giustificazione riparatrice, appaiono conseguenza della confusione prodotta dal lamentato strapotere del Direttore e indizio rivelatore dello stato deplorevole in cui versa oggi quell’Ufficio del Ministero della cultura”, si legge nell’atto di sindacato ispettivo. E ancora “Per convenienza (dei dipendenti, obiettivamente sotto ricatto, come degli operatori economici e degli Enti locali) nulla, però, trapela ufficialmente”. Non potevamo, tanto premesso, non chiedere conto al Ministro delle ragioni dell’affossamento della prima manifestazione d’interesse “senza che agli operatori culturali partecipanti (ai quali il bando chiedeva anche di dichiarare di avere stipulato una polizza assicurativa RCT-RCO con massimale di 2 milioni di euro per eventuali danni!) siano mai stati messi al corrente della decisione dell’Amministrazione di bloccare l’intera procedura” e, doverosamente, sollecitare l’invio di un’ispezione ministeriale. È necessario, infatti, accertare l’accaduto e le responsabilità, sia di ordine morale sia, eventualmente, erariale, con l’obiettivo di evitare che la confusione regni sovrana anche nel 2022. I dati che la sera di venerdì 11 mi ha inviato il RUP, infatti, al quale avevo scritto il 1° febbraio chiedendo notizia dei documenti irrintracciabili sul sito web, non cambiano il quadro, dal momento che, valide o meno che siano le ragioni addotte, essi restano patrimonio dell’Ufficio, senza alcun rispetto per l’utenza in generale e in particolare per quella che aveva risposto ai bandi legati alle diverse tappe dell’istruttoria 2020-21. Al netto dei tanti problemi oggettivi, nessuno può negare che la Reggia di Caserta meriterebbe una conduzione meno discrezionale, più efficace ed efficiente sul piano amministrativo ma soprattutto più trasparente di quella avuta finora. Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto – Commissione Cultura
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