Marianna Madia è il ministro che ha dato il suo cognome alla Riforma della Pubblica Amministrazione e non è più una giovane alla prima esperienza parlamentare, che nel 2008 “portava la sua inesperienza al servizio della comunità”, come lei stessa siglò. Oggi, parole sue, è “una veterana rispetto al gruppo parlamentare del Pd”. E’ di fatto un membro ascoltato del governo Renzi e non prevede un autunno caldo con manovre aggiuntive: “Mi fido di Pier Carlo Padoan perchè è un uomo onesto ed equilibrato. Se lui dice che la manovra non ci sarà, io sono convinta che dica il vero”. Madia ha portato a termine la riforma della Pubblica Amministrazione mentre partoriva, ed è stata anche pronta ad una rapidissima retromarcia riguardo i più 96, ovvero, i quattromila insegnanti che per mancanza di coperture si son visti sfumare la pensione. La scelta non è stata della Ragioneria di Stato che ha deciso che non c’erano le risorse per mandarli in pensione, ma dello stesso governo. La Madia, alla domanda posta riguardo a questa aperta inefficienza, risponde: “Renzi si riserva di valutare la questione nella cornice del pacchetto scuola che sarà varato entro questo mese. Dal mio punto di vista il Ministero dell’Economia e la Commissione Bilancio dovrebbero interagire di più, sapendo che hanno a che fare con le aspettative dei cittadini. Non dobbiamo comunque mai dimenticare che abbiamo una legge di stabilità in autunno e non è possibile farci scappare capitoli di spesa”. Elegantemente svicola lanciando freccette. Fatto è, vorrei ricordarle, che sono arrabbiatissimi i mancati pensionati. Vero è che si è a confronto con una situazione difficilissima che genera molta sofferenza e dal 3 settembre prossimo, in commissione Affari Costituzionali al Senato, si partirà con il disegno di legge che ridefinisce l’organizzazione dello Stato sul territorio. Si avrà un unico ufficio territoriale del governo che conterrà tutta la periferia dello Stato. La Madia, dice, non vive alla giornata ed arriveranno i risultati…
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